mercoledì 27 luglio 2016

Domenica a Vico “Le altre me” di Laura Avalle, la risposta italiana a “50 sfumature di grigio”

di Claudia Esposito

Vico Equense - È stato definito da più parti come la risposta italiana al bestseller “50 sfumature di grigio”. Il romanzo “Le altre me” della giornalista, direttrice di “Vero salute”, Laura Avalle sarà presentato a Vico Equense domenica 31 luglio alle ore 11 presso la libreria Ubik dopo aver girato l’Italia ed essere stato recensito su numerosi giornali e testate televisive nazionali. Non solo un racconto erotico, ma anche un percorso alla ricerca della propria identità a partire da una storia vera che si svolge tra Milano, Cuba e la Versilia. La storia di Marta Ferri, biologa milanese, alle prese con trasgressioni di ogni tipo per recuperare un rapporto di coppia ormai logorato dalla routine. Dopo l’abbandono del compagno, la protagonista inizia un percorso alla scoperta del sé, di rinascita e consapevolezza del nuovo io, dopo essere stata nel passato tante donne diverse. Una nuova vita, una nuova persona anche grazie a un nuovo incontro che si scoprirà scorrendo le pagine del volume. Un viaggio alla ricerca del senso del vero amore, in cui l’eros si incrocia con la spiritualità del sensitivo Solange, autore della prefazione del volume. Ma sono anche altre le differenze con il bestseller di E. L. James. “In “50 sfumature di grigio” – spiega l’autrice Laura Avalle - i protagonisti sono giovani, ci sono il milionario e la stagista in un contesto di lusso sfrenato. I miei protagonisti invece sono reali, e si collocano nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni”. Il volume, edito da “La lepre edizioni” non solo prende il via da una storia vera, ma unisce problematiche comuni anche a molte coppie odierne. Un spaccato del reale che la giornalista, direttrice del periodico “Vero Salute”, ha modo di constatare quotidianamente grazie al suo lavoro: “Nel periodico che dirigo – commenta la giornalista – abbiamo anche una rubrica dedicata alla vita di coppia. Così ci siamo accorti che la ricerca delle trasgressioni per rivitalizzare coppie logorate dalla routine è un fenomeno più diffuso di quanto di possa immaginare. I partner credono che quando entrambi sono aperti a nuove sperimentazioni non si possa parlare di tradimento, bensì di “tradimento controllato”, quello che una volta si chiamava “coppia aperta”.
 
Ci si illude – puntualizza la scrittrice - che tali trasgressioni siano innocue ma non è così”. Il mensile diretto da Laura Avalle ha recentemente dedicato la copertina all’attrice Roberta Scardola, conduttrice da cinque edizioni del “Social World Film Festival”. Proprio questo rappresenta lo spunto per fare due chiacchiere anche sulla “Mostra internazionale del cinema sociale” in corso a Vico Equense. La giornalista infatti fa parte della giuria critica, chiamata a visionare i lungometraggi in gara nella selezione ufficiale. “Conoscevo già questo festival – ammette – perché è molto popolare. È stata una piacevole e gradita sorpresa essere chiamata a fare parte della giuria. Questa manifestazione offre una straordinaria opportunità ai giovani cineasti che possono proporre opere dai messaggi sociali importanti. Noi critici abbiamo visionato opere che trattano di temi forti, tra cui la baby-prostituzione, la mafia e la droga, lungometraggi tra cui sarà molto difficile scegliere. Posso solo complimentarmi con tutti i giovani che hanno contribuito alla realizzazione di questi capolavori”. Sabato sera Laura Avalle sarà presente nell’Arena Loren durante il galà di chiusura del “Social World Film Festival” prima di presentare il suo libro il giorno successivo e tornare di corsa a Milano, al suo giornale. Giusto un weekend in penisola sorrentina, zona già conosciuta e amata dalla giornalista: “Non è la prima volta che visito la zona – conclude Laura – ho amici che abitano lì e ho fatto anche altri viaggi di lavoro. Conosco Sorrento ma sarà la prima volta che visito Vico Equense. Non vedo l’ora perché mi hanno detto che è stupenda e ringrazio lo staff del festival che mi ha concesso questa opportunità. Il vostro calore e il vostro senso dell’ospitalità sono ben noti. Mi sento già a casa ancora prima di arrivare”.

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