domenica 17 luglio 2016

La cucina di Snoopy. La Caesar salad


di Filomena Baratto

Vico Equense - Qualche anno fa ci trovammo ad Amalfi con il nostro amico Andres, colombiano, a visitare le bellezze del luogo. Prima di passare per il Duomo, sostammo in piazza a mangiare qualcosa in uno dei ristoranti dove ordinammo la cosa più semplice e fresca per l’estate: la Ceasar salad. Non la conoscevo, la guardai come chi vede un oggetto strano, poi presa dalla mia preoccupazione di mangiare sano, cominciai a pensare da chissà quale posto arrivasse il pollo, se avesse mai conosciuto il grano e mai razzolato per l’aia, se fosse stato giovane o vecchio e imbottito di antibiotici. Mi posi tante domande che non riuscii a mangiare. Alla fine cedetti, se non altro per doverci sbrigare: il Duomo ci aspettava. Ne assaggiai solo un po’. Ma il gusto, la novità, la freschezza del piatto, mi portarono a rifletterci su e, forse, per una volta avrei anche potuto.
 
Così, mentre guardavo la volta del Duomo, il Chiostro all’interno, fotografavo e poi seduta sulle scale, mi gironzolava il pollo per la testa tanto che scendendo di lì ne avrei preso un’altra porzione. A casa studiai la ricetta, ma cominciai, come capita sempre alle donne, a trasformarla secondo il mio gusto. L’avevo poi legata, per il nome, a Giulio Cesare, si sa, di Cesare ce n’è uno solo, ma rimasi così male quando seppi che invece era un cuoco americano di origini italiane, Caesar Cardini a inventarla negli anni venti, quando, con pochi ingredienti a disposizione, mise su questa ricetta per l’occasione del 4 luglio, giorno dell’Indipendenza americana. Cardini era nato in Italia nel 1896 e poi emigrato negli Stati Uniti. Perchè si ostinano allora a chiamarla la Caesar Salad? L’Inglese si sa ha un certo fascino, anche la ricetta sembra che acquisti di più con un nome inglese. Chi l’avrebbe ricordata se si fosse chiamata “insalata di Cesare?” Gli ingredienti sono questi: 2 petti di pollo, cioè un petto intero, insalata romana, parmigiano, pan carrè o pane raffermo, aglio, mezzo limone, olio extravergine di oliva, sale, pepe, un uovo, acciughe, crema di aceto balsamico. Sciacquare l’insalata e metterla a scolare. In una padella mettere due cucchiai d’olio con dentro il petto di pollo tagliato a pezzi squadrati o a listarelle. Farlo rosolare poi aggiungere sale e pepe. In un’altra padella mettere un cucchiaio di burro e far rosolare il pane raffermo o pan carrè. Spegnere e lasciare asciugare in un piatto con carta assorbente. Mettere un uovo a bollire per qualche minuto, toglierlo dal fuoco e porre solo il tuorlo nel frullatore. Unirvi le acciughe, quattro o cinque filetti, aggiungere un aglio, succo di limone, parmigiano, crema di aceto balsamico, sale e pepe. Frullare, poi, verso la fine, aggiungere l’olio extravergine a filo e frullare ancora per un po’. In un vassoio disporre l’insalata, che di solito faccio a pezzi, disporre sopra una parte dei pezzi di pollo, poi alcuni dadini di pane. Mettere un altro strato di insalata, un altro di pollo e rifinire sempre con i dadini. Completare con la salsa del frullatore versandola su con un cucchiaio, aggiungere altri dadini di pane se rimasti, scaglie di parmigiano. E’ un ottimo piatto freddo, per feste o con amici o se volete un piatto unico e sbrigativo. Sono poi ritornata ad Amalfi e ho ordinato un’altra Caesar salad, questa volta, era una versione diversa. Il ristoratore mi ha spiegato che ce ne sono tante, ma io ormai sono soddisfatta della mia e continuerò a pensare che sia legata a Cesare, Giulio e non Cardini. Ci sono dei rifiuti mentali che non ci permettono di vedere le cose come sono, o se vogliamo delle convinzioni che non vanno più via, come quella di pensare a questa insalata di pollo mettendola in relazione a Giulio Cesare. Quando mi salta in mente di farla, immagino Cesare in un accampamento con una ciotola di pollo e insalata in mano con cui si rifocilla prima di una battaglia. Non so proprio come fare a giustapporre Cesare Cardini a questa immagine. Dovrei chiamarla l’insalata dei due Cesari!

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