mercoledì 12 ottobre 2016

La scultura Matermania di Giacomo Rizzo a Villa Lysis

Capri - Un’opera nata dalla roccia di Capri, da un calco di una roccia dell’antro di Matermania, che fu in epoca romana un tempio dedicato al dio Mitra, è stata presentata sabato 8 ottobre presso la galleria AICA Andrea Ingenito Contemporary Art alla presenza del Sindaco di Capri Giovanni De Martino, dell’assessore alla Cultura Caterina Mansi, dell’artista Giacomo Rizzo, del gallerista Andrea Ingenito, e dai curatori del catalogo dedicato alla scultura Antonio Arèvalo, Alberto Dambruoso. L’opera dalle grandi dimensioni di 225 cm di altezza e 110 di larghezza, realizzata in vetroresina, secondo la peculiare ed innovativa tecnica dell’artista palermitano, “lo strappo” è stata donata alla città di Capri dall’autore e dall’associazione culturale caprese Apeiron e da Andrea Ingenito di Aica – Andrea Ingenito Contemporary Art e troverà una collocazione permanente nel parco di Villa Lysis all’inizio della prossima primavera all’inizio degli eventi artistici che si terranno nella storica dimora. Un progetto, promosso dall’Associazione Culturale Ápeiron in collaborazione con la galleria AICA Andrea Ingenito Contemporary Art, realizzato con il sostegno delle istituzioni locali e sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee. Inizia a prendere forma così il grande sogno di Lucio Amelio, celebre gallerista molto legato a Villa Lysis e all’isola di Capri, che aspirava ad acquistare la villa e farla diventare un luogo destinato all’arte contemporanea. La stessa Associazione Culturale Ápeiron, che si occupa della valorizzazione e della promozione culturale di Villa Lysis dal 2014, intende porre, attraverso l’installazione della scultura di Giacomo Rizzo, la prima pietra di un percorso costellato di collaborazioni con giovani artisti contemporanei. Nell’opera di Rizzo, nata dallo “strappo” di un frammento di roccia della volta della grotta di Matromania l’elemento naturale e lavoro umano vengono così decontestualizzati e trasformati con una speciale armatura e struttura in un elemento fruibile a tutto tondo. Con tale tecnica l’artista – che in altre occasioni ha “strappato” tronchi d’albero, pezzi di scogliera, porzioni di prato e pareti rocciose – indaga in maniera originale il rapporto tra natura, scultura e architettura: ricavando l’impronta organica dagli elementi della natura,
 
Rizzo cerca di catturare l’intima essenza del territorio, mettendo in moto una sorta di processo di incarnazione per cui l’anima della natura viene traslata e rivive attraverso il calco nella nuova creazione scultorea. “Ho dedicato gli ultimi anni della mia ricerca – ha dichiarato l’artista – con rigore analitico e quasi religioso, alla riflessione sulla pratica della scultura. Ho lavorato nel riprodurre frammenti di natura come tronchi, campi arati e in special modo monti "sacri". Da questa mia ricerca è nata l’idea di confrontarmi con un luogo sacro e carico di storia come la grotta di Matermania a Capri che considero come madre e padre di una spiritualità sepolta ma mai abbandonata, montagna che cerco di riportare ad una seconda vita in ragione del suo valore religioso, antropologico, culturale, apotropaico”. La mattinata dedicata all’opera si è svolta sulla terrazza della Galleria Aica negli spazi espositivi dell’Epochè Art Club e durante l’incontro è stato presentato il catalogo dedicato alla ricerca dell’artista, edito da Maretti Editore, a cura di Serena Ribaudo con testi di Antonio Arèvalo, Alberto Dambruoso e Serena Ribaudo, con l’intervento dei critici Arevalo e Dambruoso i quali hanno spiegato il procedimento che ha portato alla realizzazione dell’opera e illustrato la tecnica innovativa e legata all’arte povera di Giacomo Rizzo.

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