martedì 4 ottobre 2016

Punta Gradelle, i fanghi da depurazione: una risorsa

Cantiere depuratore di Punta Gradelle
Attardi: “Dobbiamo preoccuparci adesso della sua gestione”

Vico Equense - Il depuratore di Punta Gradelle, in costruzione da 43 anni, risolverà i problemi dell'inquinamento del mare in penisola Sorrentina? Rispondere a questa domanda è veramente arduo. Certo è che ora non si depura un bel niente e dopo una sommaria grigliatura finisce tutto nella condotta sottomarina che allontana i liquami a 500 metri dalla costa. Il nuovo impianto, che si sta realizzando in un’enorme caverna naturale all'interno di punta Scutolo, nel corso degli anni ha subito rallentamenti, l’ultimo riguarda la messa in funzione dell'impianto di grigliatura che non è ancora entrato in funzione a causa di un ritardo dell'Enel nell'installazione della cabina elettrica, questo, però non dovrebbe incidere nell’entrata in funzione prevista nel 2017. Il nuovo impianto ha una capacità di trattamento dei liquami fissata per 140 mila abitanti. Al termine del ciclo, i reflui convertiti in acqua depurata, saranno immessi nella condotta sottomarina già esistente, per sfociare in mare aperto. Quando finalmente il depuratore sarà ultimato, si aprirà, poi, un’altra partita non meno delicata: quella della complessa gestione dell’impianto e dello smaltimento dei fanghi. Allo stato, dovrebbe occuparsene Gori, la società che ha in mano il ciclo delle acque in penisola sorrentina. Sull’argomento è intervenuto Raffaele Attardi, ex sindaco di Sorrento, che sulla pagina Facebook dell'associazione «La grande onda» scrive:


“Dobbiamo preoccuparci adesso della sua gestione, cercando di promuovere le integrazioni possibili fra il gestore dell’impianto, che sarà molto probabilmente la Gori, e le aziende d’igiene urbana locali. Quest’impianto produrrà, infatti, dei fanghi, in quantità certamente minore di quella che i catastrofisti vanno dichiarando, e questi fanghi a mio giudizio vanno prelevati dalle aziende municipali, per avviare un processo virtuoso che in prospettiva porti a un recupero degli stessi. Nulla vieta di pensare che come accade in altri posti, i fanghi divengano una risorsa utilizzabile in agricoltura o per produrre gas”.

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