venerdì 11 novembre 2016

A Vico Equense il postino non suona più

Vico Equense - La posta che non arriva, oppure arriva in ritardo, quando le bollette sono già scadute e si rischia di vedersi tagliati luce e acqua. La riorganizzazione delle Poste, con l’evidente razionalizzazione di servizi e personale, causa disagi tra i cittadini. “Sono più di quindici giorni che non arriva posta. – scrive sul suo profilo facebook Rossella Frevola - Ho provato più di una volta a telefonare all'ufficio centrale di Vico, stamattina anche a Seiano, ma invano. Mi hanno detto poco fa, ma non dagli addetti, che è in giacenza a Castellammare.” Lo scorso 10 ottobre sono cambiate le regole del recapito della corrispondenza a Vico Equense. Prima il centro di smistamento dal quale partivano i postini con le missive da consegnare sul territorio vicano, si trovava presso l’ufficio postale di Meta. Poste Italiane, invece, ha deciso di spostarlo a Castellammare di Stabia. Il primo a lamentarsi, è stato il Sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore, che ha parlato di una scelta scellerata. “Un territorio – afferma Buonocore - che si estende per circa trenta chilometri quadrati con tredici frazioni richiede un’attenzione ed una cura particolare quando si pensa di pianificarne i servizi sotto false vesti di un miglioramento della qualità. Partendo da Meta – aggiunge il Sindaco Buonocore - è possibile raggiungere Vico Equense sia attraverso la Statale Sorrentina che attraverso strade interne quali Alberi e Casanocillo, mentre, partendo da Castellammare di Stabia non vi è altra strada che la Statale.” Sulla vicenda, è intervenuta anche la segreteria regionale del sindacato Uil Poste, che in una nota manifesta le sue perplessità. “S’inficerebbe – scrive il sindacato – il servizio di recapito ulteriormente in termini di qualità creando grande nocumento alla società Poste. Sta di fatto che si raddoppiano le distanze di percorrenza da Castellammare di Stabia verso Massaquano e Vico Equense, oltretutto su un percorso ritenuto molto pericoloso dalle autorità stradali. Oltre a ciò è palese la mancanza degli spazi previsti dalle norme vigenti nel CPD (Centro Primario Distribuzione) ricevente al fine di una corretta e fluida lavorazione interna in termini di qualità e salubrità sui luoghi di lavori.”

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