lunedì 12 dicembre 2016

Reti fognarie l'Ue condanna Napoli e sei città della Campania

Fulvio Bonavitacola e il Governatore De Luca
Fonte: Alessio Gemma da La Repubblica Napoli

Città dove mancano addirittura le reti fognarie. Altre che non hanno impianti adeguati. Liquami che finiscono in mare rendendolo non più balneabile. La commissione europea chiede alla giustizia Ue di condannare l'Italia a una maxi sanzione di 62 milioni di euro, più una multa di 346 mila euro al giorno. Tutta colpa di 80 città italiane, tra cui ci sono sette comuni in Campania. Con una sentenza del 2012 la Corte di giustizia europea aveva già intimato al Paese di mettersi in regola con le norme che tutelano l'ambiente e la salute dei cittadini. In quella decisione la maglia nera in regione per la raccolta e il trattamento delle cosiddette acque reflue andava a Napoli Est, Capri, Ischia, Forio, Casamicciola Terme, Battipaglia, Benevento, Capaccio, Massalubrense, Vico Equense. Ora la commissione accende i riflettori su quei comuni in cui le regole non sono ancora rispettate. Si tratta di adeguarsi alle direttive già emanate dall'Europa. Costruire in alcuni centri urbani reti in grado di raccogliere le acque reflue laddove esistono ancora pozzi neri. Ancora: progettare impianti di trattamento che «riducono i solidi sospesi nelle acque» e sono costruiti in modo da «prelevare un certo numero di campioni» sia delle «acque reflue in arrivo sia dei liquami trattati». Infine avere punti di scarico, tipo quelli in mare, «scelti in modo da ridurre al minimo gli effetti sulle acque che recepiscono» i reflui.
 
«La Regione — spiega il vicepresidente Fulvio Bonavitacola — ha accumulato ritardi gravissimi sul ciclo delle acque. Ora abbiamo destinato importanti risorse nel Patto per il Sud e nel programma europeo 2014 — 2020 per il completamento del sistema depurativo. Ci sono cause davanti al Tar che hanno bloccato interventi importanti nel settore dei grandi depuratori nella zona Nord di Napoli. E a Ischia gli interventi per far fronte all'infrazione europea sono sottoposti a commissariamento da parte del ministero dell'Ambiente». Intanto la Regione ha approvato nel 2015 la legge di riordino del ciclo integrato delle acque, prevedendo un ente d'ambito unico e il territorio diviso in cinque distretti. «Il 19 dicembre — continua Bonavitacola — ci sarà l'elezione dei consiglieri dei distretti per poi procedere all'elezione del comitato esecutivo dell'ente idrico formato da 20 componenti. Sarà l'ente idrico a pianificare gli interventi per la gestione dell'intero ciclo, sia per le reti adduzione sia per le reti fognarie e di depurazione ». La questione del trattamento delle acque reflue è stata al centro del recente scontro in Abc, azienda idrica di Napoli. Il vecchio cda dell'azienda ha rilevato «impianti non a norma in città», addirittura con «carcasse di animali scaricate in mare». In particolare, quando piove gli scarichi di emergenza sversano direttamente nel golfo, anche sul tratto di via Caracciolo.

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