domenica 29 gennaio 2017

"In città si muore per caso, salviamo i nostri ragazzi`

Antonello Ardituro
“A Napoli, purtroppo, troppo spesso si muore ancora per caso”, dice il consigliere del Csm Antonello Ardituro raccogliendo, in un passaggio del suo intervento, l'allarme sulle sparatorie di camorra nelle strade: «Dobbiamo fare i conti con le stese, le violente indiscriminate batterie di fuoco che imperversano in città e possono essere considerate veri e propri atti terroristici». Il magistrato, da due anni a Palazzo dei Marescialli dopo una lunga esperienza nel pool antimafia del Centro direzionale, invita gli ermellini e la platea che affolla il Salone dei Busti «a guardare fuori» da Castel Capuano e a cogliere «la sua posizione quasi di avamposto su Forcella» da dove, argomenta, «non possiamo, tutti, non preoccuparci dei nostri ragazzi, dei giovani, addirittura dei bambini, lasciati troppo soli a resistere alle lusinghe e alle tentazioni criminali». Sulle stese aveva parlato con i cronisti anche il sindaco Luigi de Magistris a margine della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario: «Vanno affrontate con gli strumenti preventivi e repressivi dello Stato - ha detto - serve più controllo del territorio e da tantissimo tempo chiedo più mezzi insieme a risorse umane e materiali. L'ho chiesto al governo centrale e non è stata sufficiente la risposta dell'esercito, nonostante le dichiarazioni roboanti dell'allora ministro dell'Interno. Di fronte alle stese, di fronte agli omicidi, devono intervenire le forze dell'ordine e la magistratura che ha Napoli svolgono compito eccellente ma vanno anche rafforzati. I cittadini stanno dando il massimo, l'antimafia sociale dei fatti è molto forte, l'amministrazione ha riscattato la città e governa con le mani pulite.
 
Allo Stato bisogna chiedere di fermare le stese». Nel suo intervento, Ardituro bacchetta «l'inquietante silenzio che, proprio in queste terre, nel 2016, si è registrato sull'emergenza ambientale dopo le grida di allarme a volte addirittura eccessive del passato: quasi che le ecomafie e la Terra dei fuochi siano ricordi del passato, dissolti, come d'incanto, per l'azione riformatrice del legislatore o per l'inizio a singhiozzo di timide azioni di bonifica». Ricorda, il consigliere del Csm, «l'asfissiante presenza della criminalità organizzata: una camorra che spara e una camorra che fa affari, troppo spesso facendo affidamento su connivenza o complicità di imprenditori e politici in una regione che continua ad avere l'emblematico record di scioglimento di consigli comunali per infiltrazioni mafiose». Ardituro non elude i temi del dibattito fra toghe e governo, rimarcando le critiche «ragionate e convinte» alla riforma della giustizia minorile «che rischia, con l'abolizione di procure e II sindaco de Magistris: "Tocca al governo fermare le sparatorie in strada, serve più controllo del territorio, i soldati non bastano" tribunali per i minorenni, di mandare in archivio un patrimonio di specializzazione che rappresenta un'avanguardia della cultura giuridica del Paese». Invita a non depotenziare lo strumento delle intercettazioni e, sulla prescrizione, respinge il «tentativo semplicistico e ingeneroso di attribuire la lunghezza dei processi alla negligenza e alla scarsa laboriosità dei magistrati. E conclude: «Ci aspettiamo, ormai da troppo tempo, un saggio intervento riformatore. Una norma semplice e chiara, che disponga l'interruzione della prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado». (Fonte: d.d.p. da La Repubblica Napoli)

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