sabato 14 gennaio 2017

«Non siamo Capalbio», a Sorrento l`accoglienza divide

Sorrento
Gli albergatori non intendono «tagliare» posti letto ai turisti per dare ospitalità ai profughi 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Sorrento - Il Governo è stato chiaro: i Comuni del Napoletano devono impegnarsi di più nell'accoglienza dei migranti. Ma esistono strutture idonee a questo scopo in tutta la provincia? E quanti sono gli imprenditori realmente disposti ad aprire le porte ai disperati in fuga da guerre e miseria? Ecco le due domande che, in queste ore, tormentano decine di amministratori dei Comuni cui si rivolge il bando pubblicato dalla Prefettura di Napoli: una procedura che potrebbe rimanere lettera morta se non si riuscisse a individuare strutture adeguate all'accoglienza degli ospiti. In questo senso, d'altra parte, i precedenti non sono confortanti. In Costiera, per esempio, in passato i bandi per l'accoglienza sono andati sistematicamente deserti. Qui è difficile ipotizzare che i titolari di alberghi e bed and breakfast facciano spazio ai migranti. A Sorrento, che nei piani del Governo dovrebbe accogliere circa 50 persone, i titolari delle strutture ricettive guadagnano quotidianamente ben più dei 35 euro previsti per il vitto e l'alloggio dei migranti. Ed è altrettanto irrealistico supporre che un albergatore sottragga posti letto ai turisti in un periodo in cui il settore risulta nuovamente in forte espansione. Di questo è consapevole Massimo Coppola, l'assessore comunale che su Facebook ha annunciato il possibile arrivo dei migranti a Sorrento raccogliendo il secco «no» - e, spesso, le esternazioni razziste e xenofobe - di buona parte dei suoi concittadini:
 
«Le soluzioni sono due. La prima è che altri Comuni della provincia di Napoli assorbano il carico di migranti che ci è stato assegnato. In alternativa non ci resterà che puntare su strutture ricettive attualmente in disuso». In effetti i titolari di queste ultime potrebbero guadagnare da questa operazione più di 400mila euro, considerato che il contratto per l'accoglienza dei migranti è destinato a durare fino al 31 dicembre. Lo stesso problema affligge i centri dei monti Lattari, inseriti con quelli della penisola sorrentina e dell'area stabiese nel lotto 2 del bando. Questa zona, infatti, conta pochi alberghi dediti soprattutto ai ricevimenti e con un numero modesto di posti letto. «Non siamo in grado di accogliere i dieci migranti previsti- spiega il sindaco di Casola , Domenico Peccerillo - Non abbiamo posti letto vacanti sull'intero territorio, senza dimenticare che i residenti già vivono un forte disagio abitativo tra canoni di locazione alti, ordini di demolizione, case prive dei requisiti minimi abitativi». La speranza, quindi, è che i migranti vengano indirizzati verso strutture specificamente deputate all'accoglienza. Ma anche sotto questo aspetto le difficoltà non mancano. Per evitare che affaristi senza scrupoli lucrino sui migranti, il bando della Prefettura fa una «scrematura preventiva» delle strutture fissando obblighi e requisiti professionali, tecnico-organizzativi ed economico-finanziari assai stringenti. Perciò, come sottolinea il sindaco di Meta Giuseppe Tito, «strutture pronte ad accogliere i profughi possono esserci, ma resta da verifícarne l'idoneità sotto diversi profili». Di diverso avviso è Antonio Pannullo, sindaco di Castellammare, secondo il quale le motivazioni a sostegno dell'impossibilità di accogliere i migranti rivelano soltanto uno scarso spirito di solidarietà e di collaborazione: «Abbiamo otto locali pubblici pronti ad accogliere gli ospiti e, in alternativa, opteremo per sistemazioni private».

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