venerdì 27 gennaio 2017

Quattro giovani su 10 non vanno a scuola e non lavorano

Rapporto annuale della Caritas sulla povertà. Il curatore Ciro Grassini: la situazione è drammatica 

Fonte: Elena Scarici da Il Corriere del Mezzogiorno 

Napoli - Aumentano i poveri in Campania, (erano 11.444 nel 2014 sono diventati 12.266 nel 2015), a soffrire maggiormente sono le famiglie (70,5 per cento degli utenti). Si tratta di italiani (61%), per la maggior disoccupati (72%), seguono casalinghe (6,2%) e pensionati (6,1%). In Campania i Neet (coloro che non hanno lavoro e non lo cercano) dai 15 ai 34 anni sono 574.400 su i-457-çîî e rappresentano pertanto il 39,4% della popolazione di questa età. Ciò significa che 4 giovani su io in Campania trascorrono l'intera giornata senza ne lavorare, ne studiare, ne tanto meno formarsi, quindi difficilmente potranno avere un futuro. Dati che emergono dal dossier Caritas sulla povertà in Campania 2016, presentato ieri mattina dal curatore Ciro Grassini che ha messo in evidenza, ancora una volta, una situazione drammatica: i poveri che si sono rivolti agli 86 centri di ascolto censiti in 16 diocesi campane ci dicono di una regione e di una città. Napoli, che fa fatica ad andare avanti dove spesso è proprio il volontariato e la Chiesa che è costretta a fare da supplente ad un sistema di politiche sociali spesso carente.
 
Il quadro emerso conferma d'altro canto i tassi ufficiali di occupazione che presentano un'Italia divisa a metà, con un Mezzogiorno (42,5%) che indica valori inferiori rispetto al Centro-Nord (63,8) di oltre 20 punti percentuali. In questo contesto la Campania con il suo (39,6%) fa ancora peggio. Tornando ai dati del dossier e analizzando lo stato civile degli utenti, si nota che nel 50,6 per cento dei casi sono coniugati, nel 22,6% sono nubili (9»7%) separati (8,7%) vedovi (5,0%) divorziati. Un dato che rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2014 . Oltre nove utenti su dieci ha una dimora anche se molto spesso vive in abitazioni precarie ed inadeguate. Questo dato conferma la povertà familiare. Un disagio rilevato anche dai dati economici regionali che mostrano che la Campania ha un reddito prò capite pari a 17.077 euro che equivale appena al 63,4% di quello italiano (26.946 euro). Per la prima volta diminuisce la presenza femminile (58,5 nel 2014, 56,2 nel 2015) e aumenta quella dei maschi (41,5 nel 2014, 43,8 nel 2015). Per quanto riguarda i bisogni, la problematica più comune è la povertà economica (67,9), segue l'occupazione (63,1) l'abitazione (11,7). In passato, lavorativamente, queste persone riuscivano almeno ad «arrangiarsi», oggi questo diventa sempre più difficile . Le richieste principali riguardano beni materiali quali viveri e vestiario, nonché lavoro e sussidi economici per il pagamento di utenze e fitti. Dall'analisi dei dati relativa agli interventi emerge una soddisfacente capacità di risposta da parte dei centri di ascolto per tutte le problematiche, «La Caritas non è un welfare ha detto monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e delegato regionale per la Caritas campana — la Chiesa si deve impegnare di più e meglio ma non può sostituirsi alle istituzioni e la Caritas non deve perdere la propria identità che è fondamentalmente pedagogica, noi vogliamo collaborare con le istituzioni ma questa collaborazione deve essere seria e adulta». Dal canto suo, ha aggiunto il cardinale Sepe «come Conferenza episcopale campana ci siamo già impegnati per destinare maggiori risorse alle Caritas locali».

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