venerdì 13 gennaio 2017

Sorrento come Capalbio. «Migranti? No, grazie. Danneggiano il turismo»

Assessore promuove un sondaggio su Facebook. Decine di post in bilico tra preoccupazione e xenofobia 

Fonte: Gimmo Cuomo da Il Corriere del Mezzogiorno 

Sorrento - Come Capalbio anche Sorrento manifesta forti perplessità sull'accoglienza degli immigrati imposta dal Governo. La similitudine emerge dall'esito di un sondaggio lanciato dall'assessore comunale Massimo Coppola sulla sua pagina privata di Facebook. Questa la domanda: «La Prefettura di Napoli ci ha comunicato che al fine di distribuire equamente i migranti sul territorio, ciascun Comune della provincia di Napoli dovrà ospitarne 3 ogni 1000 abitanti. Cosa ne pensate?» Cosi formulato il quesito ha dato la stura a tante osservazioni ragionate, ma anche a commenti di pancia. Oltre centosessanta in meno di 24 ore. Dal bacino dei contatti sono emerse reazioni di ogni genere: molti esprimono solo preoccupazione per l'arrivo dei migranti, altri rivelano una mentalità evidentemente xenofoba. Alcuni esempi: “Basta con tutti questi stranieri, qui già ce ne sono troppi, ora basta si sta esagerando mandateli altrove.” C’è anche chi la pensa diversamente e ricorda: “Abbiamo oltre 20 milioni di italiani nel mondo, tanti delle nostre zone. Le parole del Papa, non dico dei politici non le ascoltate o in chiesa andate per ipocrisia?». Ma i no all'accoglienza sono prevalenti. «Noi italiani abbiamo bisogno e di certo non di questi sfaticati che vengono a vivere alle nostre spalle con i soldi che ogni giorno paghiamo allo Stato con tasse di ogni genere». C'è chi ammonisce: «Ricordate voi tutti governanti del nostro Comune che Sorrento vive esclusivamente di turismo, se ci togliete anche questo firmerete una nostra e vostra condanna al peggio».
 
Commento lapidario: «La soluzione si chiama ruspa». Da un fronte all'altro. «Stare bene - si legge - significa farsi carico dei meno fortunati. L'accoglienze con le dovute cautele è un valore cristiano». Ancora un invito alla tolleranza e alla disponibilità. «Credo che sia giusto contribuire alla sistemazione di persone parecchio più sfortunate di noi. Non dimentichiamo che siamo stati popolo di migranti anche noi». La replica immediata: «Siamo stati un popolo di migranti quando la popolazione era decisamente meno popolosa e vi era ancora la possibilità di lavorare e tanto altro. E non siamo mai stati un popolo di ladri, stupratori e assassini in altri paesi». La preoccupazione di una mamma: «Sono completamente contraria, non vorrei avere paura di far uscire mia figlia per la strada». Chi è possibilista. «Vengano, ma a Sorrento nessuno deve stare senza lavorare, che si guadagnino la pagnotta». Chi la butta in politica: «Perché no? Un paio a casa del prefetto, un paio a casa di De Luca (il governatore, ndr) una decina dal cardinale Sepe, una decina nella sede della Cgil, qualche centinaio a casa dei presidenti delle coop, una coppia per ogni consigliere regionale del Pd...». Perentorio: «No, no, no, no, no, no e no». Sarcastico: «Solo carne di maiale nel menu». Ancora un invito alla comprensione. «Credo che sia un atto di solidarietà dovuto. E con le risorse fornite dalla Comunità europea e dallo Stato si potrebbe anche assegnare loro un lavoro , come ad esempio la pulizia dei rivoli». Subito pronta la risposta: «E quando ruberanno o peggio abuseranno di qualche ragazza gli diremo grazie per i rivoli?». Tanto per concludere: «Forse serviva chi portasse un po' di hashish a Sorrento a buon prezzo, magari d risparmiano di andare fino a Napoli ogni volta». Questi gli umori, espressi nel recinto protetto della pagina dell'assessore. Che spiega di aver voluto tastare il polso ai suoi concittadini su un problema che va ben oltre i confini di Sorrento. «Sapevo - ammette - di suscitare anche commenti di pancia. Sui social è praticamente inevitabile. Però ho ritenuto giusto conoscere le opinioni su un problema che investe la nostra comunità. Se dipendesse da me non farei arrivare i migranti a Sorrento. Innanzitutto perché non abbiamo strutture adatte ad accoglierli. E poi anche perché sono preoccupato per la serenità sociale». Sorrento insomma rischia davvero di passare per una nuova Capalbio. Come si ricorderà, nell'esclusivo centro turistico in provincia di Grosseto, meta della sinistra radicai chic, il sindaco si pronunciò in maniera fortemente critica di fronte all'ipotesi della dislocazione sul suo territorio di 50 migranti. Ma il primo cittadino della città del Tasso Giuseppe Cuomo respinge il paragone e si affretta a precisare la posizione ufficiale del Comune, che, peraltro, è tenuto al rispetto della disposizione della Prefettura che impegna i comuni della provincia di Napoli ad accogliere 3 migranti per ogni mille abitanti: per Sorrento si tratterebbe di poco più di una cinquantina. «Penso afferma il sindaco - che bisogna dare una mano. Siamo tradizionalmente una città ospitale, il problema è trovare un luogo adatto all'accoglienza che per il momento non riesco a individuare. Se arrivassero verrebbero comunque trattati in modo degno. Certamente si porrebbe il problema del controllo, aggravato dalla cronica carenza di organico del locale commissariato. Ci tengo a chiarire che la mia non è la stessa posizione del sindaco di Capalbio» Le sue parole trovano d'accordo il presidente regionale di Federalberghi Costanze Iaccarino, importante operatore locale dell'accoglienza. «Nel mio albergo lavorano alcuni extracomunitari. Il problema si deve affrontare in termini realistici senza pregiudizi, il nodo resta uno: dove ospitarli?». Si schiera nettamente a favore dell'accoglienza un altro imprenditore alberghiero, Mario Acampora. «Sorrento e la Penisola sorrentina il genere sono una terra ricca, di forte tradizione cattolica, peraltro anche una terra di emigranti. È doveroso dare una mano alla soluzione dell'emergenza. E poi i migranti potrebbero rappresentare anche un'opportunità. Molte volte durante la stagione turistica siamo costretti a ricorrere a manodopera esterna al territorio. Perché allora non impiegare questi sfortunati? Certamente però il problema del controllo esiste».

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