lunedì 6 marzo 2017

Ferlaino e il cuore di Napoli che vince «Credici, ecco come si può battere il Real»

Corrado Ferlaino
L'ex patron azzurro: «L'apporto del pubblico sarà fondamentale, giocate come facemmo noi trent'anni fa» 

Fonte: Mario Basile da Il Corriere del Mezzogiorno

Anche oggi, che è semplicemente un tifoso, Corrado Ferlaino guarda il suo Napoli a metà. Solo il primo tempo. Da presidente lasciava lo stadio, adesso spegne la tv. Questione di cuore, più che scaramanzia. «Il fatto è che amo molto il Napoli - spiega - ho 85 anni e guardando la partita mi emoziono. Faccio cosi da decenni, da quando il mio cardiologo mi avverti che se avessi continuato a seguire le partite con questo trasporto avrei rischiato l'infarto. Sa cos'è? Uno nel primo tempo pensa: c'è sempre il secondo. Dopo il fischio finale, invece, non c'è più niente. O vinci o muori». Rispetterà il copione anche per Napoli-Real Madrid. Allora, ingegnere, quante possibilità hanno gli azzurri di ribaltare il 3-1 dell'andata? «Non so. Dico solo che sarà determinante l'apporto del pubblico e che è una partita importantissima, la cartina di tornasole per giudicare veramente gli azzurri. Ma per me Napoli-Real è anche il ricordo della sfida di 30 anni fa». Racconti. «Segnammo subito con Francini, poi attaccammo disperatamente per tutto il primo tempo e il Real fu pure fortunato. Poi purtroppo arrivò il gol di Butragueno. Se il Napoli riuscirà a fare un primo tempo come quello, allora sarà una bella rivincita».
 
Anche quella volta il Napoli doveva rimontare. Altri ricordi? «Un pubblico molto caldo e convinto di potercela fare. La rete di Butragueno fu un episodio sfortunato, ci tagliò le gambe. Ma siccome non sempre si è sfortunati allora da tifoso dico che il 2-0 per il Napoli non è impossibile. O il 3-1, perché il Real ha un attacco notevole ed è pensabile che un gol lo faccia». Al Bernabeu è veramente mancata la «cazzimma» ai giocatori, come ha detto De Laurentiis? «Sono scesi in campo stranamente intimoriti, ancora più strano che lo fossero anche gli ex del Real. Probabilmente non ha fatto bene portare Maradona negli spogliatoi. Lui va bene per il pubblico, per i giornalisti. Gli spogliatoi non vogliono estranei, si crea un'atmosfera di unione che va preservata». Ma basta la «cazzimma» in certe sfide? «È la ciliegina sulla torta. Ma il Napoli l'ha pure avuta, lo dimostra il gol di Insigne. Però poi bisogna vedere se la torta è buona o no». Se non avesse trovato il Re al al primo turno, il suo Napoli sarebbe arrivato fino in fondo in Coppa dei Campioni? «I numeri li avevamo, nella stagione successiva vincemmo la Coppa Uefa che allora equivaleva a una Coppa dei Campioni. Il Napoli a Stoccarda giocò una delle partite più belle della sua storia. Dopo la partita, la strada dallo stadio all'aeroporto era piena di bandiere azzurre. Erano i lavoratori emigrati in Germania. Fu la rivincita dei meridionali, non solo dei napoletani. Ancora adesso quando ricordo quella serata mi emoziono». In quel Real giocava Hugo Sánchez che lei trattò nei giorni in cui stava prendendo Maradona dal Barcellona. «Un depistaggio. Sapevo che a Barcellona erano molto gelosi di tutto ciò che appartiene a Madrid cosi dissi a Juliano di andare a trattare Sánchez (all'epoca all'Atletico, ndr) per smuovere i catalani». Nel Real di oggi c'è un giocatore per cui farebbe follie? «Le farei per tutti. A parte le grandi stelle, direi Sergio Ramos o Modric. Poi mi piace Marcelo. Difende poco, ma spinge moltissimo sulla fascia, un giocatore determinante». Secondo lei, forti del 3-1 del Bemabeu, i madrileni potrebbero giocare pensando al vantaggio conquistato? «No, il Real è abituato a vincere, agli incontri internazionali e giocherà la sua partita senza pensare al risultato già acquisito». Questo potrebbe anche favorire il Napoli. «Speriamo di si. Comunque vada tra napoletani e madrileni c'è un feeling storico. Non dimentichiamo quasi tutte le cose belle che abbiamo a Napoli e dintorni le ha volute Carlo III. Mi è dispiaciuto, quindi, ma l'ho letto sui giornali trent'anni dopo, il fatto che i giocatori del Real insultarono i nostri chiamandoli "mafiosi"». Quando il sorteggio ha messo di nuovo il Real Madrid sulla strada del Napoli cosa ha pensato? «Ci risiamo, un'altra volta. È proprio destino». Per concludere: nel 1987, invece, se la prese con la sfortuna o pensò al grande incontro che avrebbe giocato il suo Napoli? «Sono punti di vista. Certamente pensai: "Che sfortuna!", ma siccome io pensavo molto al campionato, poteva essere anche una fortuna uscire dignitosamente in un grande incontro dalla Coppa dei Campioni per poterci cosi dedicare a scudetto e Coppa Italia. Quell'anno poi giocammo un campionato spettacoloso. Perdemmo contro il Milan, nonostante il largo vantaggio in classifica, un tricolore già vinto».

Nessun commento: