giovedì 9 marzo 2017

Il 21 marzo ricordiamo Giancarlo Siani

Giancarlo Siani
La proposta sui social trova consensi 

Vico Equense - Il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, in Italia sarà celebrata la "Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie". Al fine di conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche, si potrà essere organizzare manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di ricordo dei fatti e di riflessione, oltre che iniziative finalizzate alla costruzione, nell'opinione pubblica e nelle giovani generazioni, di una memoria delle vittime delle mafie e degli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia recente e i successi dello Stato nelle politiche di contrasto e di repressione di tutte le mafie. Intanto sui social è stata lanciata l’idea di ricordare Giancarlo Siani, ucciso a 26 anni dalla camorra. Il 23 settembre del 1985 è stato freddato con dieci colpi di pistola, appena giunto sotto casa al Vomero con la sua Citröen Mehari verde: l’unico giornalista ucciso dalla camorra. Siani era un cronista di quelli che andavano di persona nei commissariati, nelle caserme, nei tribunali, dai sindacati, ovunque poteva raccogliere notizie che sempre verificava. Scrisse i suoi primi articoli per il periodico "Osservatorio sulla camorra", diretto da Amato Lamberti, appassionandosi ai rapporti e alle gerarchie delle famiglie camorristiche che controllavano Torre Annunziata e dintorni. Poi iniziò a lavorare come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano Il Mattino: dipendeva dalla redazione distaccata di Castellammare di Stabia.
 
Pur lavorando come corrispondente, il giornalista frequentava stabilmente la redazione del comune stabiese, preparando il terreno per la stabile assunzione come praticante giornalista professionista. Lavorando per Il Mattino Siani compì le sue importanti indagini sui boss locali, e in particolare su Valentino Gionta, che aveva costruito un business basato sul contrabbando di sigarette. Giancarlo Siani ha pagato con la vita la sua voglia di raccontare la verità. Il suo sacrificio, però, non è stato vano, perché è diventato un simbolo positivo per noi adulti e, soprattutto, per tanti adolescenti che nemmeno l’hanno conosciuto.

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