venerdì 3 marzo 2017

La grande assente

di Filomena Baratto

Vico Equense - E poi arriva lei sulla scena, come una primadonna, si impone di presiedere, di farsi ammirare, di confermare che vive, più della vita. E ti chiedi chi l’abbia raccomandata, come faccia ad essere sempre presente anche quando tutto fila liscio come l’olio, quando nessuno l’ha chiamata e nemmeno la aspettava. Per molto tempo è la grande assente, poi all’improvviso si manifesta in tutta la sua imponenza, scalza tutto quello che trova e occupa il primo posto. Così non sai dove si era nascosta per tutto questo tempo, da quando stava in guardia per intervenire, perché da latitante poi diventa protagonista. Eppure non c’erano avvisaglie, non lo avresti creduto, non ci vuoi credere. Ebbene sì, lei è là, in posizione inequivocabile, tutti intorno la ossequiano, la temono, ammutoliscono, tutt’al più bisbigliano. Tutti si guardano increduli, ancora non ci credono, vorrebbero evitarla, ma ci devono fare i conti. Oggi è il suo giorno, si è presa una rivincita, ha tirato le somme e sta riscuotere la gabella. Non si accontenta degli spiccioli, di piccole quote, lei vuole tutto, vuole troppo. Nessuno ha il coraggio di guardarla in faccia, nessuno vorrebbe metterla in prima fila. E lei invece è lì,come una ladra con la refurtiva o forse una regina che aspetta l’inchino. L’ha scelta con cura, è stata paziente, ha valutato e adesso che ha raccolto, esulta. Eppure non puoi non sentire i suoi tentacoli addosso, le sue grinfie in cui ha trattenuto tutto. Non è che di poche ore la sua presenza, ma già ti ha coinvolto nelle sue spire e non ricordi da quale porta sia entrata e chi l’abbia fatta entrare, chi glielo abbia permesso. Adesso che c’è lei manca qualcosa in casa, non c’è più quello che ha preso, e non ti spieghi nemmeno come lo abbia preso. Lei fagocita tutto senza permesso, fagocita il tempo, la bellezza, l’amore, la forza, la vita.
 
Tra lei e il tempo c’è una battaglia, il prima lo ha divorato tutto e il futuro è nelle sue mani. Ma era ieri che al suo posto c’era la vita, bella, giovane, felice. Era uscita, lei, la vita, a passeggiare, a fare spese, ma poi qualcosa non è andato per il verso suo e non è più tornata. Sembra un giorno qualsiasi oggi: una bella giornata di sole di un primo marzo, con i fiori che spuntano e il cielo turchese e sembra una beffa che fuori la vita si veste a festa e l’altra, invece, se n’è andata. Il cielo ha voluto donare i suoi fiori sapendo? E’ stata complice della ladra? Lei, la grande assente, presenta il conto e capisci che l’altra, la vita, è solo il mezzo per raggiungerla. E pur sapendo ogni volta è come se fosse la prima, non ci si abitua mai a lei, la odiamo, vorremmo farle guerra e non possiamo, non abbiamo alcun modo per annientarla. E allora ci siamo detti che dobbiamo imparare a conviverci, che forse non è cattiva come sempre e forse con lei la vita sarà più bella. Come si fa a combattere un nemico dichiarato? Semplicemente facendoselo amico. E allora? Quando arriva lei diventiamo buoni, ci inchiniamo come a una sovrana, sembra quasi fossimo in attesa, ci diciamo che tanto dobbiamo conviverci, che è lei a farci i conti. E così ogni sforzo, ogni meta porta a lei. E’ il risvolto della vita e come una moneta la tiriamo in aria quando si presenta, e vedendola, paghiamo il pegno.

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