lunedì 13 marzo 2017

Pd, primarie e gazebo nelle piazze dubbi sui seggi unici nei Comuni

Fonte: Carlo Porcaro da Il Mattino

Difficile applicarlo, ma il piano antì-brogli alle primarie del Pd comincia ad attecchire. Nel partito è forte la consapevolezza che le recenti brutte figure - tra euro offerti ai seggi, telecamere nascoste, esponenti di centrodestra infiltrati e votanti ignari - devono essere un lontano ricordo. Come fare quindi? Un seggio per Comune e uno per ognuna delle dieci Municipalità di Napoli è l'ipotesi che circola nella sede dei dem napoletani. Con la dirigenza nazionale non se n'è ancora discusso ufficialmente, perché ora la priorità era provvedere alla certificazione degli iscritti che andranno a comporre la platea dei votanti al congresso nazionale che vede sfidarsi Renzi, Orlando ed Emiliano. L'idea suggestiva, volta a recuperare il rapporto con gli elettori, è allestire i gazebo in grandi piazze in cui far convogliare il 30 aprile chi è dentro ma anche chi è fuori dai confini del Pd. «Gennaro Migliore ha lanciato a livello nazionale l'idea delle piazze: l'importante è che non si consideri Napoli una patologia rispetto al resto d'Italia - ammette Graziella Pagano, commissario del circolo di Miano -. Sappiamo fare grandi feste di popolo, lo abbiamo dimostrato quando ci siamo espressi per Prodi o Veltroni: allora quindi snidiamo una soluzione che però preveda un format nazionale per le grandi città metropolitane, non un piano che riguardi solo Napoli perché non sappiamo gestire le primarie con trasparenza».


«Ci sono Municipalità di 100mila abitanti - ribatte il consigliere regionale Antonio Marciano, tra i più critici nelle scorse settimane sulla regolarità del tesseramento - Basti ricordare che alle ultime primarie c'erano ben sette seggi tra San Giovanni, Barra e Ponticelli. Allora in linea di principio dico sì a garantire rigore e trasparenza, non foss'altro perché tra tesseramento e primarie abbiamo minato la nostra credibilità complessiva, ma non passiamo da un eccesso all'altro: l'unica certezza è dire mai più seggi nei Caf e negli studi privati». Ecco emergere con forza la strada dei luoghi pubblici, dei grandi gazebo all'aperto soprattutto se il 30 aprile sarà una bella giornata di sole. In sintonia con Roma deciderà la commissione provinciale sul congresso, che solo venerdì scorso ha ultimato la certificazione di 25mila iscritti al netto degli esclusi per sospette irregolarità. Probabilmente tornerà a riunirsi il 15 marzo per dirimere il primo problema organizzativo interno: il voto nei circoli con un intervallo tra il 22 marzo e il 2 aprile. Se al voto dei soli iscritti verranno fuori difficoltà - alcuni circoli non sono dotati di sede - sarà impossibile gestire con tranquillità la seconda fase, quella aperta ai non iscritti.

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