venerdì 14 aprile 2017

Abbattimenti, svolta al Senato legge verso l`ok

Intesa bipartisan per salvare gli abusi di necessità «Ma sarà pugno di ferro contro le speculazioni» 

Fonte: Gerardo Ausiello da Il Mattino 

Appena qualche giorno fa le ruspe sono entrate di nuovo in azione a Cava de' Tirreni, in provincia di Salerno, per demolire un manufatto abusivo. Ma quell'immobile era stato acquisito al patrimonio dal Comune, che pensava di averlo così blindato. Diversa l'interpretazione della Procura, che ha invece deciso di andare avanti. Ne è nato un putiferio che ha riacceso i riflettori su un'emergenza rispetto alla quale da anni - tra polemiche, colpi di scena e tentativi naufragati - non si è finora riuscita a trovare una via d'uscita. Oggi, per l'ennesima volta, la soluzione sembra essere vicina. È tutto nelle mani dei componenti della commissione Giustizia del Senato, chiamati a pronunciarsi sul disegno di legge relativo agli abbattimenti che, da molto tempo, sta affrontando la propria odissea: è sbarcato prima a Palazzo Madama, dove ha faticosamente ottenuto il via libera m aula, poi è andato a Montecitorio, dove è stato oggetto di profonde modifiche, e ora è tornato al Senato per l'ok definitivo. Se ciò dovesse accadere, il testo diventerebbe legge. Una manna dal cielo per tante famiglie protagoniste dei cosiddetti abusi«di necessità».
 
«Un provvedimento a cui abbiamo lavorato senza sosta - spiega il deputato di Forza Italia Carlo Sarro - prevede una netta distinzione tra gli abusi "di necessità" e quelli speculativi. Per questi ultimi è prevista una forte accelerazione, anche prevedendo risorse ad hoc». Viene cioè stabilito il principio della priorità degli abbattimenti: le ruspe interverranno innanzitutto su quei manufatti come strutture ricettive o locali commerciali che hanno chiaramente una finalità speculativa e solo dopo sulle case abusive occupate da famiglie, che rappresentano circa Ã80 per cento dei 67nula edifici in attesa di essere demoli ti. «Finora le Procure hanno ordinato le demolizioni senza alcun criterio oggettivo e ciò ha determinato un'evidente discriminazione perché, vista la mole di alloggi abusivi, alcuni sono stati già abbattuti o verranno demoliti a breve mentre molti altri resteranno in piedi per decenni. Ma noi ci siamo sempre opposti a questa sorta di roulette russa». Da qui la necessità, è il ragionamento del parlamentare, di fissare una serie di parametri «grazie ai quali si eviteranno problemi di ordine pubblico perché non si toglierà la casa a chi non sa dove andare, mentre non si faranno sconti a coloro che hanno violato la legge per scopo di lucro. Naturalmente la soluzione definitiva resta sempre il condono». Dopo una lunga impasse, insomma, la strada sembra essere in discesa. «È cambiato il clima, basti pensare che in Parlamento solo i grillini hanno votato contro» chiarisce Sarro. Determinante, in questo senso, è stata una sentenza che la Commissione europea dei diritti dell'uomo ha emesso nell'aprile del 2016 (in un giudizio tra un cittadino e lo Stato bulgaro): la repressione di un abuso edilizio arretra di fronte al diritto di un cittadino ad avere una soluzione alloggiativa minima. In questa direzione si è mosso anche il governatore Vincenzo De Luca, esponente del Pd, che ha sempre sostenuto la necessità di un approccio realista e non ideologico al problema. Non a caso a metà marzo la giunta regionale ha approvato un disegno di legge, che dovrà essere discusso in Consiglio, con cui si prevede la possibilità per le amministrazioni comunali di acquisire al proprio patrimonio gli immobili abusivi «di necessità», da concedere poi m affitto agli stessi occupanti. In questo modo, secondo gli esperti della Regione, si risolverebbero una serie di problemi: in primis si eviterebbe l'abbattimento, che ha procedure lunghe, costi elevati e richiede appositi siti dove smaltire i materiali di risulta; al tempo stesso si colpirebbero i trasgressori togliendo loro la proprietà del bene senza però aggravare l'emergenza abitativa. Ma tale operazione è stata subordinata da Palazzo Santa Lucia a due condizioni fondamentali: che si tratti appunto di un abuso «di necessità» e che l’ alloggio non sia stato realizzato in contrasto con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell'assetto idrogeologico. De Luca ha quindi affrontato di petto la questione, anche esponendosi al rischio che il testo venga impugnato dal Consiglio dei ministri davanti alla Corte Costituzionale (perché questa materia è di competenza dello Stato): proprio per scongiurare tale ipotesi, si è deciso di utilizzare la formula delle «linee guida non vincolanti» per supportare gli enti locali «nella regolamentazione ed attuazione, ove ne ricorrano i presupposti, di misure alternative alla demolizione degli immobili abusivi», da locare con preferenza per gli occupanti «di necessita».

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