mercoledì 12 aprile 2017

Delegati, guerra fratricida nel Pd. Nicodemo fuori: va raso al suolo

Francesco Nicodemo
A Salerno Piero De Luca contro Pietro De Luca. Capolista Alfieri, l'uomo delle «fritture di pesce»

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno 

Nella guerra fratricida tra le correnti napoletane a fame le spese è un renziano purosangue, Francesco Nicodemo. Voluto da Roma, silurato da Napoli (dopo una telefonata romana, si sussurra), non farà parte quindi dell'assemblea nazionale del Pd. Mentre a Salemo va in scena Eva contro Eva, cioè Piero De Luca contro Pietro De Luca, con raggiunta di mister Agropoli, Franco Alfieri, meglio noto alle cronache come l'uomo delle «fritture di pesce». Dopo una notte dai lunghi coltelli, tutti renziani per carità, sono state partorite le liste per l'assemblea nazionale degne del migliore Cencelli. A Napoli il Pd si conferma a maggioranza casilliana (9 candidati compreso Ciro Buonajuto), segue l'area Topo (6), Areadem (4), area Cozzolino-Valente (4), Martina Marciano (3), Pittella-Di Marzio (2). De Luca fa il pieno a Salemo ma si ferma alla barriera di Nocera. I capilista a Napoli alla fine sono Mario Capezzuto, seguito da Graziella Pagano, Pasquale Fuccio, Ciro Buonajuto, Leo Annunziata, Vincenzo Figliolia, Teresa Armato (unica donna). Nicodemo racconta come è andata in un lungo post, ma sono i commenti ancora più eloquenti, per lo più renziani delusi dal lanciafiamme diventata una promessa da rinviare all'infinito.
 
«Quattro giorni fa, mentre stavo andando al concerto delle Luci della Centrale Elettrica, mando un messaggio a Lorenzo chiedendo: "So che stanno facendo le liste a Napoli per l'assemblea nazionale, se ritenete opportuno candidarmi di nuovo per me va bene, se no va bene uguale sono già stato capolista". Lorenzo (Guerini, ndr) mi risponde: "Si sarebbe opportuno"». Poi iniziano le proroghe. Le liste si sarebbero dovute chiudere alle 18, poi alle 21, infine tutto slitta a mezzanotte. «Ieri in un tourbillon di mezze notizie — continua Nicodemo — il mio nome gira per più collegi e scala posizioni fino a che mi comunicano da Napoli che sono capolista nel collegio 7. Mentre guardo Renzi a Porta a Porta, contrordine compagno, mi avvisano da Napoli che il mio nome è stato sostituito non so da chi per motivi di equilibri di corrente. E come è noto, io non appartengo a nessuna corrente. Quindi ho ringraziato per l'informazione e mi sono addormentato sereno come tutte le sere». Insomma è fuori. Al suo posto Capezzuto, quota Orfini. «Ho scelto Renzi quando era scomodo per il profilo riformista del suo programma, non me ne è mai fregato nulla delle poltrone a cui i tarzan della politica aspirano nel cambio repentino di aree, subcorrenti, subleader, capibastone e sottopancia. Lo so, sono sbagliato io, e sono dritti loro, sono sicuro che si compiacciono anche delle loro furberie. Sono felice per loro. Dove ero io nel 2012, lì sono nel 2017», giusto per la precisione. E poi conclude: «Faccio solo una considerazione. Il Pd a Napoli va raso al suolo e ricostruito dalle fondamenta. E questo riguarda complessivamente il partito qualsiasi risultato uscirà il 30 aprile. Fino a che tutti si riempiranno la bocca di j'accuse contro il correntismo per poi praticarlo fino all'ultimo delegato dell'ultimo circolo della provincia, non ci sarà mai la possibilità di ripartire e rialzare la testa. In verità penso che a molti ras locali convenga proprio avere un partito così, che non conta niente collettivamente, in cui ciascuno di loro singolarmente può fare il bello e il cattivo tempo». E ringrazia Guerini e Piero De Luca, suo partner durante la campagna referendaria. Quest'ultimo è ovviamente capolista a Salerno per la mozione Renzi, stavolta senza il fratello Roberto. Ma, e c'è lo zampino di Simone Valíante coordinatore della mozione Emiliano, contro si troverà un altro De Luca, Pietro, figlio, a sua volta, dell'ex sindaco di Amalfi, che si chiama come il papa del governatore. E capolista nel Cilento-Vallo di Diano sarà Franco Alfieri, consigliere per l'agricoltura di De Luca, non candidato dal Pd in consiglio regionale, protagonista della ormai famosa registrazione in cui De Luca gli dice: «Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come e...vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso». I voti erano quelli per il referendum. Ora servono evidentemente al congresso. Simona Brandolini

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