giovedì 13 aprile 2017

Massa Lubrense, le mucche e la maledizione del Sud

Risponde Aldo Cazzullo da Il Corriere della Sera

Caro Aldo, 
il Sud dell’Italia: meraviglioso per bellezze naturali, luoghi che portano i segni delle varie culture della loro storia. E poi: camorra, ’ndrangheta, Sacra Corona Unita, mafia e tanti clan che gestiscono l’illegalità, la corruzione, il traffico di droga, gli omicidi e altro. Nessun governo è riuscito ad annientare tutto questo o, per lo meno, a renderlo meno influente. Con tanta amarezza e anche con tanta rabbia mi viene da pensare: se queste organizzazioni fossero state legali quanti posti di lavoro e quanto bene sarebbe stato fatto per questo nostro amato Sud! Ada da Bologna


Cara Ada, 
Purtroppo i governi hanno talora alimentato la commistione tra economia e criminalità. Altre volte hanno teorizzato la necessità di convivere con la mafia. Altre volte ancora l’hanno combattuta, d’intesa con la magistratura, spesso con successo. Certo, le mafie esercitano un controllo del territorio, che lima le unghie alla piccola criminalità e può costruire consenso sia con il welfare mafioso — redistribuendo sul territorio con varie regalìe una piccola parte del bottino —, sia con la paura. Ma le mafie sono in realtà un formidabile nemico dello sviluppo economico e civile: tengono lontani gli investimenti e «creano posti», come scrive lei, in attività illegali e criminali. Voglio però prendere spunto dalla sua lettera per raccontarle un viaggio recente che ho fatto nella penisola sorrentina. È un microcosmo felice rispetto ad altre zone della Campania, me ne rendo conto. Ma ho trovato un amore per la propria terra che mi ha molto colpito. Giovani studiosi che recuperano santuari e vestigia archeologiche. Agricoltori orgogliosi dei loro limoneti. Una rete di artigiani che tengono vivi mestieri d’arte. Una tradizione di ospitalità. Ma l’incontro che mi ha colpito di più è quello con Benedetto De Gregorio, a Massa Lubrense. Un allevatore che prepara con le sue mani il cibo per le mucche, fa loro l’analisi del sangue, prepara insieme con i genitori formaggi dop tra cui il leggendario provolone del monaco, e trova pure il tempo per le consegne con la sua Ape rossa. Se gli italiani fossero tutti così, saremmo un paradiso in terra.

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