domenica 9 aprile 2017

Meta, abusi nell’hotel del sindaco. Abbattimenti ritardati. Interrogazione dei Cinquestelle

Un gruppo di senatori chiede di verificare se la mancata attuazione di due ordinanze di demolizione da parte del Comune non rappresenti un caso di cattiva amministrazione 

Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno 

Meta - Approda in Parlamento il caso degli abusi edilizi realizzati nell’hotel Giosuè a Mare, a Meta di Sorrento, gestito da una società amministrata da Filomena Romano, la madre del sindaco Giuseppe Tito, e del quale il primo cittadino, nonché consigliere della Città metropolitana, è comproprietario. In una interrogazione parlamentare a ministro degli Interni e a quello per la Semplificazione (Minniti e Madia) un gruppo di senatori pentastellati, primo firmatario Sergio Puglia, chiede di verificare se la mancata attuazione di due ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi da parte del Comune metese emesse nei confronti dell’amministratrice, ma non dei proprietari - la prima del 2007, la seconda del 2011 - non rappresenti un caso di cattiva amministrazione.
L’atto dei grillini 


Il primo provvedimento fu emesso il 16 gennaio di 10 anni fa, dopo che furono riscontrate nella struttura 5 nuove camere di servizio, due delle quali ricavate da una lavanderia preesistente, con un ampliamento di superficie di 59,35 metri quadrati, pari a 182,82 metri cubi. La seconda è del 20 luglio 2011 ed è relativa alla illegittima chiusura della terrazza prospiciente la spiaggia, che aveva determinato un incremento di 364 metri cubi. Relativamente a questo secondo episodio, i grillini sostengono anche, nella interrogazione parlamentare: «La signora Romano, non appena ricevuto l’accertamento, dopo un finto ripristino dei luoghi ha reiterato l’abuso».
Due ricorsi al Tar 
Del caso Giosuè a Mare, in passato, si è occupato più volte il Corriere del Mezzogiorno, raccontando sia la vicenda dell’ordinanza del 2011, sia dei due distinti ricorsi al Tar della madre di Giuseppe Tito, entrambi finalizzati ad ottenere l’annullamento delle ingiunzioni di demolizione ed entrambi respinti nel 2014. Sul caso ecco cosa dice ora l’architetto Diego Savarese, da qualche tempo responsabile dell’ufficio tecnico a Meta: «Devo verificare. Non so perchè le ordinanze non siano state eseguite, potrebbe dipendere dalla enorme mole di lavoro che abbiamo. Si procede seguendo un criterio cronologico». Tito commenta: «Non ho mai interferito sulle questioni di Giosuè a Mare. Ringrazio i senatori, che con tanti problemi in Italia, si occupano dell’hotel e mi piacerebbe fossero così attenti anche sulle questioni del depuratore di Punta Gradelle, delle coste e del turismo in penisola sorrentina».

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