venerdì 7 aprile 2017

Presentata al Capri Campus 2017 organizzato dall’Osservatorio Paidòss e dalla Simpe una fotografia inedita delle nuove famiglie italiane

Capri - Le famiglie italiane cambiano volto e tornano a occuparsi il più possibile in prima persona dei propri figli, nonostante il tempo scarseggi a causa del lavoro che impegna sempre più spesso entrambi i genitori. A dare manforte arrivano infatti i nonni-babysitter, che si occupano di sette bimbi su dieci quasi a tempo pieno, e appena c’è un po’ di tempo libero due mamme e papà su tre riscoprono il valore del gioco coi figli. Lo rivela un’indagine della Società Italiana Medici Pediatri presentata al Capri Campus pediatrico 2017 organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), a Capri dal 6 al 9 aprile, secondo cui nell’arco degli ultimi 20 anni le famiglie “vecchio stile” in cui la mamma non lavora sono diminuite e oggi sono meno di 4 su 10, mentre è raddoppiato il numero dei genitori che hanno riscoperto la gioia di giocare insieme ai loro bambini. L’indagine, condotta confrontando i dati delle famiglie italiane nel 2015 con le abitudini del 1998, mostra innanzitutto che la classica famiglia patriarcale con il papà che lavora e la mamma casalinga è solo un ricordo: oltre il 40% dei bambini cresce con entrambi i genitori al lavoro. “Il passaggio a cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni è stato epocale e ha cambiato in profondità il volto delle famiglie italiane – spiega Giuseppe Mele, presidente Paidòss – Oggi è sempre più spesso necessario che entrambi i genitori portino uno stipendio a casa: nonostante la recessione e la condizione particolarmente critica dell’occupazione femminile in Italia, le nuove famiglie vedono quasi sempre la mamma al lavoro.
 
Per sopperire alla cura dei figli piccoli occorre riorganizzare il ménage familiare e la maggioranza si rivolge ai nonni: oltre il 70% dei bambini fino a dieci anni è affidato abitualmente a loro, mentre solo il 5% si rivolge a babysitter e tate. La quota di chi sceglie persone retribuite è in crescita ma resta minima, complice anche la crisi economica: avere un posto nei nidi d’infanzia è sempre più complicato, quelli privati hanno spesso rette molto elevate così gran parte delle famiglie italiane “fa quadrato” e mette in campo la generazione che oggi ha più risorse da spendere, i nonni sempre più in salute e che possono contare su una pensione. Sono loro l’ancora di salvezza delle giovani famiglie italiane”. Nonostante questo, i genitori italiani stanno riscoprendo l’importanza di trascorrere tempo di qualità con i loro bambini: negli ultimi vent’anni è raddoppiata la quota di bimbi fra i tre e i dieci anni che giocano con la mamma e il papà nei giorni feriali e oggi il 58% degli under 10 gioca ogni giorno con le madri. “I genitori sanno che giocare coi figli è importante e nonostante gli impegni cercano di trovare il modo di farlo – sottolinea Mele – I papà sono un po’ più defilati nella quotidianità, quando si dedica al gioco il 41% degli uomini del Nord-Est e del Centro ma solo il 26% di quelli che abitano al Sud e nelle Isole; nel weekend però l’attenzione prestata ai figli cresce ovunque e il sabato e la domenica due mamme e papà su tre giocano con i loro bambini. Un dato molto positivo, perché fa capire come nonostante le molte difficoltà dovute a lavori spesso impegnativi i nuovi genitori abbiano compreso l’importanza del tempo condiviso con i bambini, necessario per cementare un’intesa che durerà negli anni e anche per migliorare il benessere psicofisico dei piccoli, per i quali il gioco è un aspetto fondamentale per lo sviluppo cognitivo. Trascorrere tempo con i bambini, magari facendo movimento insieme all’aperto, è uno dei modi migliori per far crescere sereni e sani i propri figli”.

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