giovedì 18 maggio 2017

Ciao Luca!

Luca Iaccarino
di Filomena Baratto

Vico Equense - Vedere mia cugina, così solare e bella, disperata per la perdita del figlio Luca, è stata l’ultima cosa che avrei mai immaginato potesse accadere. Inconcepibile. Quando le esperienze ci toccano da vicino hanno un colore diverso, sono insopportabili. Ho stentato a riconoscere due persone sempre sorridenti come i tuoi genitori, Luca, crollati sotto il dolore. Il dolore! Arriva sempre come un ladro e mette tutto in discussione, proprio quando la vita ti sorride, quando non pensi di poter perdere ogni cosa. E il ladro è arrivato portando lutto e afflizione, facendo razzie e svuotando i cuori come le calze, mettendoli a dura prova. Non ci vuole niente! Senza rumore, né preavviso, si presenta alla porta e tu non puoi che cedere. Una mamma non dovrebbe mai veder morire il proprio figlio, un dramma che non si supera, un dolore disumano, un annientamento totale. Ed io l’ho visto sulla faccia di tutte le mamme presenti, ieri sera, raccolte intorno a lei. Avevano negli occhi la paura, il vuoto, chiedendosi come si potrà sopportare tutto questo? Quando muore un figlio il dolore si moltiplica per tutte. Ogni mamma stringe il cuore e si chiude, e non basta sapere i propri figli al sicuro, quel figlio che manca lo senti tuo comunque. Partono le inquisizioni di cosa sarebbe successo se…tanti se, condizioni a catena per andare a cercare l’anello mancante che ha permesso la tragedia. Un dolore anche fisico, un parto inverso, un’implosione, un risucchiare quello che con tanta fatica è stato portato alla luce. Pensare a quel figlio sull’asfalto, solo, senza conforto, abbandonato a se stesso come se fosse piccolo, e non ti sembra ancora un uomo anche a 26 anni, ancora parte di te, di cui senti il lamento, la voce, chiamarti e tu non ci sei, non sei stata vigile, non sei accorsa, magari dormivi…Questo non se lo perdonerà mai.
 
Lei ora starà con te più di prima, insieme ogni giorno, attraverso un canale preferenziale che solo chi ti ha amato può avere, con un pensiero, una frase detta, un ammonimento, una parola su cui soffermarsi. E come farà a guardare le tue cose svuotate, prive di sostanza, ferme sempre là in attesa che qualcuno le faccia fuori, che le cacci via per non soffrire? Ma sarebbe anche peggio, lei le vuole tutte lì in fila per passarle in rassegna: le scarpe, i pantaloni, le camicie, i cappellini… Guai a chi li tocca, dovranno essere in fila e ogni giorno li passerà ad uno ad uno come una preghiera, e solo lei potrà farlo per dirti che il suo bene non è finito. E forse non te lo avrà detto nemmeno tante volte, forse per niente, solo perché non ce n’era bisogno, gli amori grandi parlano poco. Adesso sarà dura, è peggio che perdere una gamba o un braccio o la parola, molto peggio: è diventare la metà di quello che era. Non sentirà più dolore, sarà come anestetizzata, tutti gli altri saranno da meno, questo la rende onnipotente, dopo questo dolore non c’è più nulla da temere, nemmeno la morte. Anzi, vorrebbe sfidarla per riaverti, per venirti a prendere, ma nemmeno la morte è così forte da poterla sfidare. Quello di una madre è un dolore che non si può descrivere. Lei voleva che io la svegliassi dal sogno, da questo brutto sogno, ma la realtà è che non ci sei più, Luca e questa assenza è atroce. Come credi che passerà il tempo ora? Contando le ore, i minuti che la staccano dalla tua vita, facendo il conto degli anni insieme, del tempo volato, dei bei momenti regalatele. Passerà il tempo a ricordare e a ripassare. I ricordi saranno un’ossessione e lei sceglierà con cura quelli che la faranno sentire serena ma riportando anche quelli meno belli, che lei correggerà, renderà vivibili, li tratterà con maggiore cura e tu starai sempre nei suoi pensieri e nel suo cuore. Luca, quando una mamma perde un figlio cerca negli altri figli un aiuto, ti cerca in loro, e loro le ricorderanno di te. Un gioco di presenze e assenze come se ogni giorno avesse bisogno di giocare a carte per vedere sotto quale ti nascondi. Luca, quando una mamma perde “il” figlio, anche se ne ha altri, le mancherà quello che non c’è più, ti saprà dire come le manchi, cosa non sopporta più, cosa non riuscirà più a fare, quale desiderio ancora avrebbe voluto che si avverasse. La perdita di un figlio cambia la geografia del cuore di una madre. Ci sono strani cambiamenti: diventa dura con se stessa, quasi volesse punirsi per non aver vegliato bene, ha dolori dappertutto, non sa per quale porta è scappato questo figlio, per quale pezzo di corpo si è inabissato. Luca, adesso che sei via da lei, fatti trovare nei tuoi fratelli, fatti vedere in loro, fallo anche per loro, per non dargli la delusione di non essere più amati come prima, quando c’eri tu. Non rendere questo amore un ghiaccio, lei pensando a te sarà capace di amare meglio e più di prima. Tu sarai la spinta a sorreggerla in questo ruolo, perché ora che non ci sei più, lei dovrà fare il miracolo di vivere senza di te ma con te dentro sempre. Il sacrificio di questa mamma serve a donare di più a tutti quelli che le ruotano intorno. Avrà sempre una piaga da qualche parte in fondo al cuore e lei amerà quella piaga più di se stessa. Io ho visto nei suoi occhi quello che non si può dire né descrivere: un aiuto che sa di non poter avere, il cercare una scossa per rialzarsi, una forza che non ha ma acquisterà per sopravvivere, un morire che non può per gli altri tuoi fratelli e tuo padre, un sostegno che sa di poter trovare solo in se stessa. Non avevo mai sentito gli urli silenziosi di un padre, un chiudersi per non sentire, per credere che sia tutto un bluff. Un padre rimpicciolito e sofferente per non parlare dei tuoi fratelli. Tu non hai colpa, è la vita, siamo noi la vita, Luca. La vita è quel momento di gioia provato con gli amici a prendere il caffè, la vita è fare tardi la sera ancora per strada per un senso di libertà, la vita è quell’incosciente che ubriaco ti viene addosso, è la morte che aveva deciso di prendere qualcosa per sè. Adesso diglielo a questa vita che va rispettata di più, che bisogna volersi bene di più, soprattutto ai giovani come te. La vita! Adesso che questa vita è finita, sono sicura che ne avrai altre e potrai splendere anche meglio. Appena un mese fa, il 6 aprile, hai ricordato sulla tua bacheca l’amico Catello Donnarumma andato via prematuramente. Tu gli hai detto che il suo ricordo non sarebbe mai svanito ma restava per sempre nel tuo cuore. Così noi adesso. Resterai per sempre nel nostro cuore. Come sono sicura che albergherai da queste parti, aleggerai per i luoghi che ti erano noti, ascoltando la voce dei tuoi, giocando con i ricordi, intromettendoti nei discorsi dei tuoi fratelli rubando loro ancora il sorriso e guidandoli con la leggerezza che ora ti riveste. Luca, non credo che andrai lontano, ne sono certa, nessun figlio può lasciare al dolore il padre e la madre, i fratelli e tutti quelli che gli hanno voluto bene, nessuno. Ricordo il sorriso di tua madre in quella foto insieme al matrimonio di tuo fratello, il sorriso contagioso. Una foto fatta per caso, rapite dall’euforia e dalla voglia di fare uno scatto tra cugine con lo stesso nome. Ieri sera non l’ho riconosciuta e quella foto sembra di un altro pianeta. Trasfigurata dal dolore. Adesso che sei forza pura, aiuta tutti a superare questo dolore. Ciao Luca, resterai sempre con noi!

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