venerdì 12 maggio 2017

Concordia, per Schettino il giorno più lungo

Francesco Schettino
Oggi la sentenza della Cassazione deciderà sulla condanna a 16 anni Concordia, il giorno più lungo di Schettino 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Meta - In giro non si vede già da un paio di giorni. Ci ha avuto modo di incontrarlo, però, racconta di un uomo visibilmente teso. Francesco Schettino si prepara alla sentenza con cui oggi la Cassazione deciderà se confermare o meno la condanna a 16 anni e un mese di reclusione inflittagli dalla Corte d'appello di Firenze per il naufragio della Costa Concordia: una tragedia nella quale persero la vita 27 passeggeri e cinque mèmbri dell’ equipaggio. Stamane l'avvocato Saverio Senese, uno dei difensori di Schettino, svolgerà la propria arringa davanti ai giudici della quarta sezione penale. Dopodiché i magistrati si ritireranno in camera di consiglio per deliberare la sentenza. Per il marittimo metese saranno i minuti più lunghi di tutta la vita: se la Cassazione dovesse confermare la sentenza d'Appello, per lui si aprirebbero le porte del carcere. Un'eventualità dinanzi alla quale, però, Schettino e il suo entourage non si troveranno impreparati. Anche stavolta l'ex comandante non sarà presente a Roma. «Inutile esporlo all'ennesimo assalto mediatico», fanno sapere persone a lui vicine. Ma è giallo sul luogo dove il capitano della Concordia attenderà il verdetto.
 
Resterà nell'appartamento messogli a disposizione dal fratello Salvatore, dove ha vissuto negli ultimi mesi, o tornerà nella casa coniugale per trascorrere gli ultimi minuti da uomo libero insieme con la moglie Fabiola e la figlia Rossella? Oppure si rifugerà dagli amici, come ha fatto in occasione della prima udienza di Cassazione il 20 aprile scorso? Nella serata di ieri ha cominciato a farsi strada una voce: Schettino potrebbe attendere il verdetto lontano dalla penisola sorrentina per poi consegnarsi spontaneamente alle autorità in caso di conferma della condanna. Una mossa studiata a tavolino con gli avvocati e con quegli amici che non l'hanno abbandonato dopo il naufragio della Concordia, di cui è accusato, e che non intendono voltargli le spalle ora che lo spettro del carcere aleggia insistentemente su di lui. Se la condanna dovesse essere confermata, infatti, i magistrati potrebbero emettere immediatamente l'ordine carcerazione indirizzandolo a tutte le forze dell'ordine. A cominciare dai carabinieri della stazione di Piano, competenti sul territorio di Meta, il centro della penisola sorrentina dove Schettino risiede. A quel punto, i militari non potrebbero far altro che prelevare l'ex comandante e accompagnarlo in cella; ma l' ex comandante di navi da crociera potrebbe anche decidere di presentarsi spontaneamente in caserma. Ma anche così troverebbe ad attenderlo la folla di cameramen, fotografi e reporter. Ecco perché Schettino potrebbe già essersi allontanato da Meta, pronto a recarsi in una casa circondariale più «congeniale»: una struttura non sovraffollata e, soprattutto, non troppo lontana dalla penisola sorrentina. Certo è che l'ex comandante non fuggirà, come qualcuno ha già ipotizzato in passato. Il 18 marzo 2015, infatti, Schettino ha consegnato il passaporto ai carabinieri dichiarando di non avere «intenzione di allontanarsi dal territorio nazionale» e di essere «fermamente deciso a difendersi» davanti ai giudici. Ora il momento della verità è arrivato. «Inutile attendere la sentenza, Franco è già stato ingiustamente condannato dall'opinione pubblica», osserva un amico. Per altri, invece, non è detta l'ultima parola: «La Cassazione potrebbe anche disporre in rinvio davanti alla Corte d'appello - fanno sapere dall'entourage di Schettino - In quel caso o nell'altro, Franco affronterà la situazione come ha sempre fatto: con consapevolezza e dignità».

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