giovedì 4 maggio 2017

Intervista a Mario Casillo

Vincenzo De Luca e Mario Casillo
Casillo: «Il governatore scelga se dare una mano o sparare contro il Pd»

Fonte: Fulvio Scarlata da Il Mattino 

«Congresso prima dell'estate perché così il partito di Napoli non può andare avanti, e senza Napoli non c'è il Pd m Campania»: Mario Casillo rompe gli indugi. Il risultato delle primarie, al netto del caso Ercolano, non tranquillizza il consigliere regio nale leader di una vasta maggioranza tra i democrat. «Dobbiamo coinvolgere anche De Luca nel congresso - dice Casillo - perché il governatore deve decidere se vuole dare una mano, o stare fuori e sparare contro il partito». Le primarie sono state un successo, almeno dal punto di vista della partecipazione... «Sì, non risolvono tutti i problemi, anzi quelli del partito napoletano restano intatti. Però adesso possiamo programmare il futuro. È vero che 1º 1 giugno ci sono le elezioni amministrative, però possiamo celebrare il congresso, a giugno o a luglio, ma sicuramente entro l'estate. Ci sono tana temi da affrontare». Per esempio? «Quello della città metropolitana e del rapporto con de Magistris». Ma in città metropolitana è il gruppo di maggioranza del Pd, di cui lei fa parte, che ha fatto l'accordo con il sindaco. «In città metropolitana non c'è maggioranza e opposizione, la legge è sbagliata. Se non viene approvato il bilancio il sindaco diventa il commissario. Se ci fossero le regole delle vecchie Province, il Pd avrebbe il presidente. Questo caso, tuttavia, va spiegato bene. Forse non ci siamo riusciti, o forse non si condivide la linea. Bene: parliamone al congresso, ognuno espone la sua idea e gli iscritti decidono quale è la linea del partito».


Anche con de Magistris? «Anche. La questione della città metropolitana non cambia la posizione di aspra critica al sindaco. A cominciare dal bilancio quasi in dissesto, come ha ammesso lo stesso de Magistris alla Camera. Ed è tutta colpa sua, non c'è responsabilità di altri in passato. Nel 2012 il bilancio era in pre-dissesto, oggi i conti sono peggiorati per colpa del sindaco, e sono peggiorati i servizi al cittadino con le tasse alle stelle, la stangata Irpef, parcheggi, trasporti». Basta chiarire la linea del Pd? «No, il problema principale è tornare a parlare con i cittadini. Si parla tanto di pacchetti tessere, ma questi non servono a vincere le elezioni. In provincia si vince perché si dialoga coni cittadini. A Napoli no. Non cerchiamo II confronto responsabilità, non serve individuare il colpevole, bisogna dare vita a una classe dirigente nuova». Lo chiedono da tempo forze come quelle di Gianluca Daniele o Andrea Cozzolino... «Noi vogliamo un partito inclusivo in cui tutti devono avere spazio, basta che non facciano pretese su meriti del passato. Il Pd è un partito con diversità di opinioni. Basta che quando si decide una linea poi si va avanti insieme, senza che si esca il giorno dopo sui giornali per smentirla. A iniziare dalla città metropolitana». L'attuale gruppo dirigente è frutto di un accordo nel Pd. È disposto a rompere tutto? «Io ho ottimi rapporti con tutti, a cominciare da Raffaele Topo e TeresaArmato. Però ora c'è bisogno di discontinuità. Se c'è questa consapevolezza va bene. Ma io non ci sto a vedere il Pd sempre più marginalizzato». E De Luca? «Deve decidere se dare una mano o stare fuori dal partito e, se qualcosa non gli piace, mandare Fulvio Bonavitacola a sparare contro il Pd in una continua delegittimazione inopportuna. L'azione di De Luca a Napoli non viene percepita bene e ciò deve aprire ad una riflessione. Il presidente non può dire che è colpa della mancanza del Pd. Faccio un esempio: se variamo la più grande pista ciclabile d'Italia da San Giuseppe a Torre Annunziata, il giorno dopo i cittadini lo sanno, perché c'è chi parla sul territorio. Sono stato all'inaugurazione dei lavori della stazione di Miano della metro: erano presenti cinque consiglieri regionali, tré di municipalità e nessun cittadino. Manca un'interfaccia tra De Luca e la città». Forse la comunicazione di De Luca è penalizzata dal fatto di indicare obiettivi e tempi esagerati e di muoversi a Napoli come fa a Salerno. «Penso che promettere sempre di più di quello che si è in grado di mantenere è un modo di fare politica che anche con Renzi ci ha penalizzato. De Luca sfrutti l'occasione del congresso, ci venga, senta la voce degli iscritti». È critico perché vuole un assessorato alla Regione. «Chiariamolo bene: non voglio fare l'assessore, ne orane in futuro». Bisogna celebrare anche il congresso regionale? «Sì, non è possibile celebrarli insieme, dunque cominciamo coni il provinciale. Non ho rendite di posizione da mantenere». Bassolino è benvenuto? «Il suo contributo è importante. Ma se guarda al futuro, non al passato».

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