sabato 13 maggio 2017

Sapori forti a Vico Equense nasce il museo del formaggio

Un doveroso omaggio ad una tradizione che si rinnova. Il riconoscimento per una dinastia che ha nobilitato un settore produttivo che caratterizza il territorio

Fonte: Antonino Siniscalchi da Il Mattino 

Vico Equense - Aperto a Vico Equense il museo dell'arte casearia Fernando De Gennaro, istituito grazia alla sinergia tra il Caseificio Fernando De Gennaro e la Fondazione Vico Equense Fast. Ubicato in località Pacognano, la struttura è stata inaugurata giovedì scorso. Il Museo De Gennaro custodisce una splendida collezione di attrezzi, utensili e accessori per la lavorazione del latte appartenuti, a partire dal 1850, allo storico e pluripremiato caseificio di Vico Equense. Un viaggio che profuma di passato, dove la storia della Famiglia De Gennaro consolida un indelebile testimonianza culturale e gastronomica. Il Museo Fernando De Gennaro, diretto da Antonio Breglia, propone visite guidate su prenotazione (E-mail: museodegennaro@libero.it - Sito web: www.caseificiodegennaro.it). «Questo museo darà un contributo culturale importante alla nostra città», sottolinea Antonio Breglia, che insieme ai fratelli De Gennaro, Tommaso, Mario ed Emanuele, titolari dell’omonimo caseificio, con la mamma Filomena e alla Fondazione Fast Vico Equense, hanno collaborato per realizzare questa esposizione permanente dell’arte casearia.
 
Datato 1850, il caseificio De Gennaro conserva grotte e attrezzi di un secolo e mezzo fa. Un vero e proprio museo della memoria quello custodito nel cuore del caseificio De Gennaro. Un piccolo tesoro da ammirare per curiosi e appassionati di storia dell’arte casearia e della lavorazione del Provolone del monaco dop. Ci sono reperti datati 1850 a cominciare dal pavimento. «Anche il pavimento è quello originale della prima lavorazione di formaggi avviata nel nostro caseificio – racconta con orgoglio Tommaso de Gennaro – Le generazioni precedenti alla mia hanno utilizzato questi locali per lavorare e per mettere a stagionare il Provolone del monaco, abbiamo cercato di lasciare l’ambiente intatto per difendere e consolidare la memoria dei nostri antenati. Queste grotte ne hanno visti passare di provoloni e caciocavalli, formaggi e burro, caciotte e fior di latte. Una volta completata la lavorazione, dal piano superiore, si scendeva sotto l’opificio, dove ci sono anche sette gradi di differenza, un vero e proprio toccasana per prodotti delicati come il burro. Ancora oggi i miei provoloni del monaco dop terminano il loro processo di lavorazione fra queste mura». Visitando i locali, sembra di vedere in azione i “monaci” intenti a realizzare i loro provoloni. La storia racconta che gli antichi casari, una volta preparati i prodotti, indossassero mantelli simili agli abiti dei monaci per recarsi al mercato di Napoli a vendere i formaggi. Ecco perché gli acquirenti erano convinti di aver acquistato il provolone direttamente dalle mani del monaco. In Italia sono solo tre i musei dell’arte casearia. Il “De Gennaro” è l’unico ospitato negli stessi ambienti di lavorazione. «Questa iniziativa – spiega il sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore – rappresenta l’orgoglio di un territorio che ha nella pizza e nei formaggi le credenziali che identificano Vico Equense nel mondo».

LA STORIA

La storia del caseificio De Gennaro è legata, fin dalle originali al borgo di Pacognano, dove è stato allestito il Museo. Quando il 15 agosto 1860 nacque Michele De Gennaro, il padre Gaspare già faceva le caciotte con il latte delle sue mucche. Aveva cominciato a soli 14 anni già si recava a Napoli con la barca a vela, come si era soliti fare, per vendere le caciotte e il burro. Michele ebbe ben tredici figli, di cui due femmine che sposarono due fratelli già proprietari di un caseificio. Quando morì Michele, nel 1939, due dei suoi figli, Mario e Michele, continuarono l’attività di famiglia, ognuno per conto proprio. Negli anni ’50, però, Michele chiuse il caseificio e i contadini che portavano il latte al suo stabilimento iniziarono a portarlo a quello del fratello Mario. La famiglia di Mario, come quella del padre, era numerosa: ben sette figli. Tra i maschi c’erano Michele, che aveva il nome del nonno, e Mario, che aveva il nome del padre. Ancora una volta due fratelli di nome Mario e Michele, continuarono l’attività di famiglia e negli anni Sessanta riuscirono a coronare il loro sogno ovvero aprire ben due rivendite di formaggio nel centro della piazza principale di Vico Equense. Giovanni, un altro dei figli di Mario, aprì un ristorante e Fernando, il più piccolo dei fratelli, ad appena venti anni si trovò di colpo a gestire il caseificio data la morte del padre nel 1969. Grazie anche all’aiuto della madre Rosa Fernando riuscì a continuare con successo l’attività paterna. Nel 1972 sposò Filomena ed ebbe tre figli: Mario, Tommaso ed Emanuele che, da cinque generazioni, producono con impegno e passione un formaggio dal sapore unico ed inconfondibile grazie agli ingredienti sempre genuini e naturali.

Nessun commento: