venerdì 14 luglio 2017

15 Luglio 1982 Napoli. Ucciso il Vice questore Antonio Ammaturo e l'Agente Pasquale Paola, suo autista

Cimitero di San Francesco a Vico Equense
Vico Equense - Antonio Ammaturo e il suo agente Pasquale Paola furono massacrati poco dopo le ore 17 del 15 luglio dell'82. Come al solito Paola con l'Alfa 'civetta' dalla Questura si mosse per andare a prendere il suo dirigente, a piazza Nicola Amore. Ammaturo, preciso come sempre, uscì dall'edificio, si infilò nell'Alfa Sud di colore bianco ma dopo pochi metri lui e il suo agente di scorta dovettero subire l'assalto armato dei brigatisti rossi. Tra le prime ad accorrere in quel tragico e afoso pomeriggio di luglio fu la moglie di Antonio Ammaturo, Ermelina Lombardi. Sentì squillare al citofono di casa per l'ultima volta Pasquale Paola che chiedeva del marito. Pochi minuti dopo senza neanche prendere il caffè il capo della squadra mobile uscì di casa. Nel cortile dell'edificio c'era l'Alfa Sud con Paola in attesa. L'Alfa percorso solo poche decine di metri poi solo il frastuono delle mitragliette. Ermelinda Lombardi ebbe un presentimento e si precipitò per le scale ma un inquilino la bloccò e l'abbracciò. La signora Ammaturo capì che il marito era stato ucciso. Pasquale Paola, originario di Vico Equense aveva 32 anni quando fu ucciso e sin da ragazzino aveva dimostrato uno sviscerato amore per la divisa. La indossò per la prima volta nel 1970, quando entrò nella Polizia. Dopo aver frequentato la suola di allievi di Alessandria e la scuola sottufficiali di Nettuno, prestò servizio a Torino, Novara e, infine, presso la Questura di Napoli. Nel 1981 fu premiato per servizio di Polizia giudiziaria di speciale importanza. Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 3 maggio 1984, alla memoria dell’agente Pasquale Paola, fu conferita la medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione: “Autista di funzionario di pubblica sicurezza impegnato in rischiose operazioni di Polizia giudiziaria, assolveva il proprio compito con serena dedizione ed alto senso del dovere, pur consapevole dei rischi personali connessi con la recrudescenza degli attentati contro i rappresentanti delle Forze dell’ordine. Riportava mortali lesioni in un feroce e proditorio agguato sacrificando la vita a difesa dello Stato e delle istituzioni”. Le sue spoglie riposano nel cimitero di San Francesco, e sulla lastra di marmo che le racchiude è scritto “A ricordo dei posteri questi grandi eroi non dovranno mai essere dimenticati”. Vico Equense gli ha intitolato la piazzetta di Pietrapiano.

Nessun commento: