sabato 15 luglio 2017

‘Na tazzulella 'e cafè

I passi 

di Filomena Baratto

Vico Equense - E poi, dopo tutte le scoperte e le invenzioni fatte, c’è un contrordine: ritornare a una vita più in movimento. Lasciare l’auto e andare a piedi, salire le scale al posto dell’ascensore, correre invece di appallottolarsi su una sedia. C’è un’app che conta i nostri passi, ma lo smartphone va posto in tasca, e non lontano dal corpo. Ogni piccolo passettino, anche quello fatto per andare in bagno, o in cucina a fare il caffè, nel nostro giardino, rientrerà nel cumulo di quelli previsti in base al nostro fisico e necessità. Il nostro benessere dipende dal nostro muoverci e in una giornata dobbiamo attenerci a un numero prestabilito di passi per sconfiggere le malattie più insidiose e che nascono dal dolce far niente. Sono entrata in un negozio di arredamenti dove un anziano, alla prescrizione del medico di camminare, andava da un capo all’altro del salone, tra camere da letto e cucine, come chi dà segni di squilibrio. L’Italia, in quanto a pigrizia, si pone al settimo posto per contro i camminatori del mondo che sono i cinesi. E se i passi dicono il nostro stato di salute forse ci indicano anche il nostro benessere economico. Non a caso i cinesi, grandi camminatori, se ne vanno per il mondo a piantare imperi. Battono tutti in prevenzione! Camminare influisce anche sul benessere mentale producendo idee migliori. Dovremmo cominciare a mettere i nostri passi in banca per definire la nostra economia. Gli indigenti saranno sicuramente i pigri che scelgono l’ascensore, l’auto, proprio gli elementi di spicco del nostro primitivo progresso. Oggi dal camminare al Pil il passo è breve!

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