sabato 1 luglio 2017

Quale difesa

di Filomena Baratto 

Vico Equense - Quintiliano, nelle sue opere, parlava di “galantomismo” quando si riferiva a un avvocato che non può intraprendere una causa se non in veste di galantuomo anche dinanzi alla legge. Un avvocato deve saper conciliare in sè valori morali e perizia tecnica. Niente è più dannoso di un’eloquenza sganciata dai valori morali. Egli afferma che il buon oratore deve proteggere gli innocenti, reprimere i delitti dei malvagi, difendere la verità. E sicuramente una professione così nobile prevede uno spirito libero da vizi e fornito di ingegno, talento e istruzione. Questa disquisizione per chiedermi come farà il difensore a portare avanti la causa di cinque ragazzi che hanno stuprato una loro compagna? Su quali basi fonderà la difesa? Ovviamente farà le veci dei genitori che reclamano e scongiurano la possibilità di vedere i loro pargoli relegati in prigione e come genitori hanno il dovere di difenderli. E qui sembra che la causa sia più che giusta da sostenere, i genitori sono sacri e, tutto quello che li può far star male, va evitato. Il dovere di difendere un figlio vale più di rendere giustizia ad una ragazza stuprata? Cinque contro una, cinque ragazzi che giocano come se si passassero una palla. Tanto che sarà mai un palleggio tra i piedi?
 
E poi a quest’età è bene avviarsi per certe strade. Una volta si portava il figlio a battesimo dalle prostitute, oggi è roba sorpassata, la merce è tanta e non ce n’è più bisogno. Ma oggi con tutto il sesso che circola in rete sarebbe una bazzecola il battesimo di una volta. Oggi cominciare anche a tredici anni è un vanto per i ragazzi e per i genitori che credono sia il modo per diventare “uomini”. Credo sia inversamente proporzionale, ci vuole molto tempo a comprendere che il sesso è una cosa e l’amore un’altra, che le due cose sganciate sono dannose, ledono la psiche, che se si ha bisogno solo di sesso, ci sono situazioni adatte e non si deve ricorrere allo stupro. Ma sarebbe troppo facile, perderemmo il gusto dell’imprevisto, della paura, dello choc, tutti ingredienti che fanno del sesso qualcosa di unico per certe persone. La società insegna che i piaceri vanno moltiplicati, mai che se ne possa vivere uno per volta. E allora i ragazzini il sesso se lo trovano da soli. Il branco deve fare i conti con la noia, con l’idea che niente sia impossibile. Molti genitori credono che i figli maschi abbiano il permesso di poter fare tutto e senza controllo. Molti ragazzini vivono disorientati senza modelli di riferimento, sintomatica più di ogni altra la mancanza di una figura paterna forte, che sia da esempio, faccia capire tante cose, per non parlare quando manca del tutto e la madre resta unico punto e forse anche debole. Ci sono aspetti che vanno controllati nell’ambito della famiglia, come l’alimentazione che i ragazzi fanno fuori, gli orari e i luoghi frequentati, le amicizie e le abitudini. Spesso crediamo che il mondo degli adolescenti sia lontano da noi e innocuo: è il momento più difficile della crescita. Controllare è un dovere, partecipare alla vita dei figli, necessario, interessarsi della loro solitudine, terapeutico, niente deve essere precluso a un genitore. Le ragazzine, invece, vogliono emulare le adulte, quello che maggiormente attira loro è sentirsi “grandi”. E se è vero che oggi esiste la parità e la donna dovrebbe poter fare le stesse cose degli uomini, nella realtà non è così. C’è sempre pericolo se si esce da sole, a certe ore e grandi e piccole trovano le stesse difficoltà. A volte credo che faccia comodo un mondo dove le cose siano precarie, lascia una migliore libertà d’azione a tanti lupi che esso nasconde. Il vero indicatore di come va la società è come e se si applica la legge e quale giustizia esce fuori. Se la giustizia dorme forse non lo fa per incapacità ma per comodità. Meglio gestire caso per caso e non legiferare in proposito. Assistiamo impotenti a tanti fatti prendendoli per fatalità e invece si tratta di mancanza di impegno a risolvere in modo definitivo. E allora non ci meravigliamo se i ragazzini con aria afflitta dopo il benservito alla loro compagna, staranno di nuovo per il corso magari questa volta a rincarare la dose nei loro propositi pornografici, se l’avvocato si arricchisce e prende parcelle per tanti casi simili e la ragazza dovrà seguire un corso dallo psicologo per dover superare quello che ha vissuto. Mi chiedo dove vivono questi ragazzi? Dicono che sono tutti bravi ragazzi, allora vuoi vedere che alla fine è proprio uno stupido aggettivo a non funzionare? Si, bravo, il colpevole è bravo. Anzi, normali! E allora abbiamo smarrito i parametri della normalità. E non i genitori che non hanno insegnato loro l’educazione sessuale, che non controllano la vita che fanno, che li lasciano soli troppe ore credendo che ormai siano adulti. E si è visto! Una persona non può essere brava per una cosa e violenta per un’altra, bravo in casa e diavolo fuori. Una persona lo è sempre, in questo caso non sono bravi ragazzi, ma bravi ragazzi che hanno preso una brutta strada e che equivale a dire di non esserlo più. Oggi non vorrei mai essere un avvocato, perché non difende un uomo o un aspetto della realtà, ma si trova ad essere il paladino di una società spezzata e se anche volesse ottemperare a quei bei propositi di cui parla Quintiliano, non potrebbe, la società gli chiede altro.

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