venerdì 18 agosto 2017

Che bruci anche la politica con la montagna!

Faito
di Filomena Baratto

Vico Equense - Agosto è passato col fuoco appiccato su ogni versante della montagna. Mai come quest’anno è stato bello ritornare sul Faito dopo tanto tempo, addirittura per presentare il mio romanzo “L’albero di noce”. Dal 2 agosto non ha avuto più pace. Hanno fatto di tutto per abbattere il verde, radendo al suolo la vegetazione e lasciando un panorama spettrale, quasi surreale. Una montagna senza più verde, carbonizzata. Hanno fatto un lavoro completo come nemmeno i migliori professionisti sono capaci di fare nelle loro professioni. Questo fuoco e questo ardere è un po’ la metafora del nostro tempo che non è capace più di competere con quello che ha prodotto. Tutto deve essere sfasciato per ricominciare. La terza guerra la immaginavamo su di un campo di battaglia, ma il campo non è quello tradizionale, qui si sposta continuamente: con il fuoco per le montagne, con gli attentati in ogni paese, con la paura che blocca la nostra vita. Bloccandola diamo vita a nuovi ordini, come se avessimo raggiunto il colmo della civiltà occidentale e non potesse accadere più nulla che faccia alzare il nostro Pil, la Borsa, la concorrenza, il commercio, gli affari. La guerra è in corso già da diverso tempo ed è quello che viviamo tutti i giorni. Solo così si spiega l’accanimento con cui avvengono i fatti come quello di bruciare Faito e tutte le altre montagne. Chi appicca il fuoco esegue e ci vuole del coraggio per dare vita a quel che fa, un coraggio che prende forza da qualcosa: una promessa, un sacrificio, un disegno, un riscontro.
 
Veder bruciare la montagna è come vedere un essere umano agonizzante e nessuno può accettarlo. Anche per le istituzioni vale lo stesso discorso: non sono più valide, non assicurano più niente, né ordine, né aiuti, né interventi, né soluzioni. Si è allontanata di molto dal motivo per cui è nata. Adesso svolge interessi. Questo tipo di politica ha fatto il suo tempo. Intanto Faito è morto, e dire “a chi giova” è da ingenui! ” Giova” a molti di quelli che credono in un nuovo ordine, nuovo sistema, nuova organizzazione. Una massiccia operazione del genere quasi su tutto il territorio nazionale non è cosa da poco e la si può spiegare solo se come risposta ci sono i soldi, non c’è altro motivo. Faito brucia per volere di criminali che non sono solo coloro che ne vanno appiccando il fuoco, ma anche quelli che da lontano seguono i fatti, stanno a guardare, ne traggono vantaggi, speculano e sfruttano l’accaduto. Un agosto bestiale! Ma fatte le dovute considerazione questo inferno lede gli interessi solo degli operatori turistici che, rimboccandosi le maniche risaliranno la china anche se in modo costoso e col tempo. Per gli altri? Tranne il dispiacere di vedere la cenere o di dichiarare lo stato di calamità che porterà soldi per rimboschire il luogo, tutti gli altri non vedranno ledere i propri diritti. Quindi non cambierà nulla! Quando cambiano le cose? Quando si ledono i diritti di molti, di troppi, solo allora si cambia, anche a costo di rivoluzionare lo stato di fatto. Una classe politica che non ha più mordente, non è fatta più per governare ma per manipolare ed essere manipolata, asservire. Il voto lo si dà a chi sembra il più forte che spesso coincide con chi ha più mezzi, invece va dato a chi ha voglia di agire e di cambiare in meglio per tutti. Ma questa velleità per non restare tale deve essere di molti, moltissimi. Per troppi anni abbiamo assistito a scempi di ogni tipo credendo che le cose andassero così, che fosse l’iter burocratico, o il modo migliore per portare avanti le situazioni. Ma è sempre stata la stessa storia, lo stesso motivo, e anche i bambini capiscono i nessi che intercorrono tra i fatti e la politica e una politica che non risolve i fatti ma pensa ai suoi, non ha motivo di esistere, va buttata via. Negli anni abbiamo respirato aria inquinata, fatto il bagno in acque da cloaca, abbiamo assistito alla morte del fiume Sarno conosciuto a livello nazionale e internazionale per il fiume della vergogna, abbiamo assistito ad ogni sorta di scempio sulle nostre teste e le nostre vite tutte. Quanti soldi arrivati per ricominciare ma mai visti per i fini cui servivano. Se il messaggio da tutto questo è cambiare, allora che si cambi a cominciare dalla politica, crearne una diversa, alternativa, rispondente alle esigenze di oggi, che affronti la vita vera e non distribuisca soldi e appalti. Questa politica deve morire come è morta la montagna, come è morto il nostro mare, come le scorie nella terra dei fuochi, come le più abominevoli razzie subite su questo territorio fino a questo momento. Nella montagna bruciata caliamoci pure "quella" politica che fino ad oggi non ha saputo dare risposte ma solo assenze e vuoti!

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