sabato 21 ottobre 2017

Debacle pd, il congresso con 49 circoli senza sede

Nel 2009 gli iscritti erano 80 mila, ora sono 25mila 

Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino 

Devono chiedere ospitalità. A volte in un bar, se va meglio in una Casa del Popolo. Se è libera. A guardarlo dai numeri la stirpe democrat napoletano è per la maggior dei casi apolide. Senza patria e casa. Ma eccolo puntuale il congresso e quel popolo da ramingo diviene, non stanziale, ma almeno blandito, corteggiato dai ras di turno per far eleggere i delegati che, a loro volta, sceglieranno il segretario. È il congresso, bellezza. Ma è anche la foto impietosa di un partito che, al traguardo dei dieci anni, a Napoli non ha molto da festeggiare. Tra cittadine che macinano sì iscritti ma non hanno uno straccio di una sede. E se ce l'hanno sono guidati non da un dirigente ma da figure nemmeno previste dallo Statuto del partito. A volte il commissario, quando va bene, ma sempre più spesso troviamo il facilitatore come se fosse un'azienda multilevel americana o, ancora, il reggente o il referente. Ma in un caso troviamo pure il segretario affiancato dal facilitatore. Boh. Mentre gli iscritti calano e i democrat vedono performance sempre più negative. Con iscritti che rimangono più o meno gli stessi: all'ultimo congresso del 2013, erano quasi 25mila (ma c'era lo scontro epocale tra Renzi e Cuperlo) mentre oggi sono 24762 (giovani democratici compresi). Ma nel 2009 si viaggiava, tenetevi forte, alla cifra monstre di oltre 80 mila. Altri tempi, altra storia. Mentre oggi lo stato di salute del Pd napoletano lo vedi poi tradotto nel voto delle urne. Quelle vere. Con il partito attestato al 25 per cento nel 2013, il 40,86 per il boom renziano alle Europee 2014, il 21,03 delle regionali 2015 sino al flop delle ultime amministrative con un misero 11,63 per cento.
 
Poi ecco il nuovo congresso di metà novembre in cui si sfideranno Massimo Costa, Tommaso Ederoclite e Nicola Oddati ed il partito è costretto a fare i conti con sé stesso. E i suoi numeri impietosi. Dall'ultimo censimento 2016 gli iscritti al partito di Renzi in provincia di Napoli sono 24762. All'ombra del Vesuvio il popolo democrat esiste ma la partecipazione politica, l'iscrizione, la vita di partito come si intendeva un tempo è ormai praticamente scomparsa. Dovrebbe svolgersi in 129 circoli ma ben 49 sono stati chiusi. E la gran parte negli ultimi 5 anni. Sfrattati e cancellati dalla mappa democrat del prossimo voto. Eppure continuano a macinare iscrizioni e da soli, i circoli che non esistono, con i loro 6290 tesserati rappresentano il 38 per cento dell'intera platea di voto. Praticamente da soli, questi apolidi, potrebbero decidere il congresso e magari votarsi anche il segretario di federazione. Paradossi. Con casi limite se Castellammare (886 iscritti) o Pomigliano (732 iscritti), un tempo serbatoi di voti senza fine della sinistra, sono rimasti senza sede. Ma, attenzione, perché a mancare dalla cartina geografica democrat sono intere aree. Da Boscotrecase a Capri e Anacapri sino a Ischia; dalla zona del Nolano (Tufino, Cimitile) a tutta la costiera sorrentina (Massa Lubrense con i suoi 296 iscritti passando per i 120 di Vico Equense o i 62 di Sorrento). E poi Pompei, il cui circolo è praticamente commissariato da quando Matteo Renzi è salito al vertice del Nazareno ma ha in dote 397 iscritti. O Quarto che ne ha 547 di militanti certificati del Pd ma nemmeno uno sgabuzzino che possa chiamarsi circolo. E in città non va certo meglio. Anzi. Dei ventuno circoli esistenti più della metà, 14,sono rimasti senza una casa. E così i 1690 suoi tesserati di questi circoli scomparsi. In zone poi zone come Ponticelli un tempo vere cassefortì dei Valenzi, dei Napolitano e dei Bassolino. Ed ecco nell'ultimo lustro sparire i circoli di Chiaiano (192 iscritti), Mercato (56), Miano (181), Montecalvario (35), Porto (59), Posillipo (4), Pendino (159), Ponticelli (152), San Carlo All'arena e San Giuseppe (167), San Lorenzo (225), San Pietro a Patierno (49), Stella (93) e Secondigliano che, con i suoi 318 iscritti, è la ex sede con più adesioni nel 2016. Tutte tessere e iscrizioni senza un tetto sulla testa. Che poi non è mica solo una questione meramente immobiliare. I soldi, si sa, sono pochi ormai dopo il taglio dei finanziamenti ai partiti e i deputati campani non brillano certo per attaccamento alla ditta ma piuttosto ai vil denari se per molti di loro sono dovuti partire i decreti ingiuntivi per tentare di recuperare i soldi dovuti al partito. Soldi, sia chiaro, che servivano per tenere alzate le saracinesche dei circoli dopo essere passati per segreterie regionale e provinciale. Per tenere in piedi la base del partito che poi, non si lamentino, alle ultime amministrative riesce a malapena a pesare solo per l’11 per cento. «Praticamente un partito di sinistra extraparlamentare», sentenziò un paio di mesi fa Antonio Bassolino. Come a dire, però, che almeno quelli la base la curavano. E vogliamo parlare dei quadri dirigenti? Il 25 per cento del totale dei tesserati si ritrova senza una guida, un capo o un timoniere che ne detti la rotta o tratteggi la linea politica. Figura un tempo mitologica, quella del segretario di circolo, a cui iscritti e non del quartiere contavano per un aiuto. Niente. Ormai, in molti casi, ci sono greggi senza pastore e truppe senza sergenti: con 6769 iscritti spesso senza ne una sede, ne una figura apicale. Una sorta di autogestione studentesca ma senza manco la scuola da occupare. Su 129 circoli solo 96 conoscono la figura del segretario mentre 7 sono commissariati, 3 hanno un facilitatore, altre 3 un referente, 5 un reggente e 14 non hanno un bel nulla. Solo a Camposano va meglio perché si è deciso di abbondare: perché alla figura del segretario è stato affiancato anche il facilitatore. Bah. Mentre il partito di avvia all'ennesimo congresso che doveva evitare lo scontro e portare ad un nome condiviso. Nulla. Da un lato Massimo Costa, primario del Cardarelli che riesce a mettere d'accordo guerianiani, lottiani, area Franceschini e orlandiani e dall'altra parte l'area ex ds che dopo mille veleni si è riunita grazie alla regia del governatore De Luca con Nicola Oddati. In mezzo Tommaso Ederoclite, sostenuto dal basso. Dal web e dai social. Perché i circoli sono scomparsi. Ma attenzione perché è l’ appeal che manca anche del popolo di internet: nel 2016 le iscrizioni on line sono state appena 1152.

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