sabato 21 ottobre 2017

Fiori spezzati

Forum "Fiori Spezzati", Santissima Trinità e Paradiso
di Filomena Baratto

Vico Equense - Fiori spezzati, una metafora leggera, come leggero è il gesto di alzarli dall’asfalto se solo potessimo dare vita a chi sull’asfalto ci ha lasciato la pelle. Strade che, come streghe, offrono mele avvelenate, come ladre succhiano vite, come lupi famelici si saziano di giovani agnelli. Morire sulle strade è il modo più infame di perdere la vita. Il tempo divora in un attimo quello che prima era vitale, disintegrando nello spazio la materia per farne ricordo. Quando questi fiori lasciano un vuoto dentro di noi e l’impossibilità di tornare indietro, non ci resta che darci alla vita e preoccuparci di non perderne altri. Molti si affidano al destino, agli eventi che vanno per il loro corso, ma molto spesso è un abbandonarsi proprio al caso che fornisce l’occasione. Fare lo sforzo di arrivare in tempo prima dell’alba, dare sfogo a una corsa, alle notti folli, all’incuria dei mezzi che si usano, credendo che la morte stia dormendo e lasci in pace la strada con la sua gente, è pura follia. L’auto è un mezzo, la velocità un pericolo, l’alcool un mostro, la droga una strega. La strada va percorsa senza pazzi compagni, soli in un rapporto di non sfida. Le morti sottolineano ancor di più il valore della vita. Essa va preservata adottando ogni mezzo e strategia noi vogliamo provarci, noi giovani e meno giovani amiamo la vita e la vogliamo proteggere a tutti i costi.


Un forum su questa tematica può sembrare inutile: nessuno ci ridà i nostri morti, e il dolore di chi li ha persi è ormai incolmabile. Ma possiamo servirci di quanto più amaro abbiamo provato per trasformarlo in forza ed essere di aiuto agli altri. A chi crede che la strada sia un gioco, che correre sia un divertimento, che sballare sia una festa e riempirsi di alcool sia l’unico modo per dimenticare. Una vita spezzata a sua volta spezza le altre accanto di dolore e un fiore reciso è solo la punta dell’iceberg. La morte è l’impatto, poi segue l’inferno di vivere nel rimorso di cosa si poteva fare e non si è fatto, di quello che si doveva evitare e non si è preso in considerazione. Gli incidenti in strada sono assassini ciechi che, dopo aver reciso il fiore, passano oltre cercando altri prati e florescenze. Vogliamo che tutto questo non accada più e se anche fosse un’utopia, proviamo a non morire nel modo più infame possibile.

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