domenica 15 ottobre 2017

Rapporto di Marevivo: molti Comuni scaricano ancora sulla costa

Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno 

Napoli - «C'è un depuratore, quello di Foce Samo, nel quale da due anni è bloccato il sistema di essiccamento dei fanghi. Per la discarica che se li prende è un affare, perché i gestori incassano tre volte tanto. Per la Regione Campania un salasso, perché lo smaltimento si paga a metro cubo ed i fanghi con l'acqua sono voluminosi il triplo di quelli essiccati». Cronache da un pianeta, quello della depurazione, dove permangono criticità ed inefficienze. Quella di Foce Samo così come la racconta Gualtiero Parisio, ex campione di pallanuoto, ingegnere e responsabile tecnico scientifico dell'associazione Marevivo, è solo una delle tante. Ne sono emerse molte altre ieri mattina, durante il convegno promosso sulla nave Palinuro della Marina Militare dall'associazione ambientalista ed al quale hanno partecipato, tra gli altri, il vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice, e Daniela Villani, che nella giunta de Magistris ha la delega al mare. «Ho notizia — ha rivelato Parisio — che la Regione non abbia ancora consegnato alle imprese che dovranno realizzare gli inter venti di potenziamento, 4 dei 5 ex depuratori della ex Cassa per i Mezzogiorno». Sottolinea: «A parte Cuma, che è affidato ora a Suez - Pizzarotu, ma dove i lavori non sono ancora iniziati, Foce Regi lagni, Acerra, Napoli Nord e Marcianise continuano ad essere gestiti da Sma. Non è stata ancora effettuata la consegna ai vincitori del bando. A quanto so, adesso gli aggiudicatari stanno avanzando perplessità circa il progetto che era stato messo a gara dal Provveditorato della Campania e del Molise.
 
C'è il rischio che si apra un contenzioso infinito». Un altro nodo è Napoli est, il depuratore per il quale in 20 anni la Regione Campania non è stata in grado di spendere i 90 milioni di euro stanziati per realizzare un sistema di trattamento biologico dei liquami, imposto ormai dalle normative. Ora c'è un commissario governativo e si spera faccia qualcosa di meglio. Identico auspicio per i costruendi impianti di Forio d'Ischia e Casamicciola. Come per Napoli est, dopo innumerevoli ritardi, la realizzazione dei progetti e dei bandi è stata affidata ad un commissario. Non è solo la questione dei depuratori carenti, peraltro, a far temere per la salute del mare campano. «Circa metà dei nostri Comuni - denuncia Marevivo - non è neppure collegata agli impianti. Non ci sono i collettori per portare i liquami a depurazione. Le fogne finiscono nei fiumi, negli alvei e poi a mare, oppure direttamente a mare». Esempi clamorosi sono gli scarichi di alcuni quartieri napoletani nel porto e l'alveo Volla che porta acque nere dai Comuni a nord di Napoli fin sulla costa di san Giovanni a Teduccio. Non meno grave la questione delle case abusive. Le abitazioni illegalmente costruite, comprese quelle che una politica a caccia di facili consensi si ostina a definire «di necessità», non di rado scaricano i liquami senza alcun trattamento e senza immetterli in fogna. Alvei, fiumi, torrenti e lo stesso mare diventano i ricettacoli delle acque nere provenienti dai predoni del territorio. Nel corso del convegno Rosalba Giugni, la presidente di Marevivo, ha poi rivolto un appello affinchè sia esaminata ed approvato al più presto al Senato - è già passata alla Camera la proposta di legge presentata da Ermete Realacci per la messa al bando delle microplastiche da cosmetici e detersivi. Sono nei dentifrici, nelle creme per il viso, negli shampoo ed in altri simili prodotti. Dal lavandino e dalla doccia finiscono a mare, perché i depuratori non sono in grado di trattarle, ed entrano nella catena alimentare. Avvelenano molluschi, pesci, tartarughe marine e cetacei. Ce le ritroviamo nel piatto quando mangiamo uno spaghetto alle cozze, un'orata al forno o un trancio di tonno. Fabrizio Geremicca

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