mercoledì 18 ottobre 2017

Strade

di Filomena Baratto

Vico Equense - C’è chi le strade le percorre, chi se le costruisce e chi ancora le cerca. Quelle d’asfalto sono tra quelle che non perdonano e, una volta sul loro manto, bisogna puntare dritto alla meta senza fermarsi. Quante strade percorriamo nella nostra vita? A volte stradine graziose, altre volte sentieri, in campagna, in montagna, lungo il mare e in collina. La strada per una meta, con una partenza e un arrivo. Ce ne sono alcune di facile percorrenza e altre di difficile passaggio, in ogni caso indicano come muoversi e per dove. Le nostre poi sono tortuose, piene di curve e tornanti, strette e in discesa, alcune pericolose. In tanti evitano di percorrerle, non si prefiggono mete, né come raggiungerle. La vita è piena di strade: prese e perse, o mai trovate, che hanno stremato, altre non volute, a molte abbiamo rinunciato per non restare delusi. Quelle d’asfalto fanno paura, spesso diventano pericolose. Ce n’è una per ogni meta e ogni giorno facciamo chilometri per raggiungerne una. La strada prende gran parte del tempo nelle nostre giornate e mentre siamo alla guida discutiamo, ci emozioniamo, ironizziamo, cantiamo. Diventa confidente amica dei nostri stati d’animo e se potesse parlare ci capirebbe profondamente per raccogliere le nostre onde emozionali, i nostri attimi di felicità e quel senso di libertà che si concilia così bene con la velocità. E’ come una compagna, ma a volte si distrae o siamo noi che la perdiamo di vista e in un attimo diventa una ladra. Si trasforma in una killer seriale e ammazza più della guerra, anzi, la vera guerra è sull’asfalto. La strada per essere devota compagna non vuole distrazioni, non sopporta l’alcool, né lo sballo, il chiasso e il sonno. E’ una compagna disciplinata ed educata che ci vuole sobri e attenti e non sopporta scortesie: correre troppo o sorpassare, strombazzare ripetutamente. Lo stereo poi a voce bassa, il telefono con l’auricolare, evitando la tentazione di rispondere ad ogni squillo. Non vuole rivali, basta da sola ed è gelosa oltre che invidiosa se ci vede distratta nei suoi confronti. Esige grande attenzione, un rapporto a due, senza interferenze mentre le scivoliamo addosso come quando affonda la mano sul velluto.

Rispettare i semafori o un passaggio a livello senza oltrepassare le barriere per voler fare prima e guadagnare un tempo che potrebbe anche non servire, o evitare i sorpassi azzardati sono regole fondamentali, le distrazioni provocano incidenti tutti i giorni. Le vittime, spesso giovani, si spargono lungo i suoi chilometri lasciando fiori sparsi su ogni ciglio in loro ricordo. Noi non vogliamo ricordare la bellezza della vita dopo che la morte l’ha portata via, ma la dobbiamo salvaguardare prima, quando percorriamo la strada e siamo felici. Allora dobbiamo ammettere che siamo un piccolo ammasso di polvere che, ad ogni piè sospinto, può sciogliersi diventando niente. Quando un fiore si spezza sulla strada, tutti ne rispondiamo. Eppure basterebbe così poco, come vigilare meglio, far rispettare le regole con le dovute pene in caso di mancata osservazione, effettuare le revisioni delle auto in modo corretto e approfondito, pensare ad una illuminazione stradale adatta e non lasciare fioche luci soprattutto nei tunnel, evitare che viaggino auto, moto e motorini ritoccati nella meccanica. Sulle strade bisogna essere matematici e non emotivi, il calcolo è dovuto, la distanza di sicurezza è norma, e bisogna fare in modo di evitare che anche altri facciano incidenti, magari prevenendo la loro azione. Dopo un litigio, una tristezza, un evento negativo che scuote, bisogna andare cauti. Meglio arrivare tardi che correre e non arrivare più, meglio essere prudenti che voler fare le corse o sfidare qualcuno. La strada ammette solo la normalità, non concede alcun azzardo, né colpo di testa. Essa risponde alla nostra guida e non ai nostri desideri. E poi è viziosa, ama i giovani, la loro irruenza, vitalità, forza, intraprendenza, a volte li asseconda ma un minuto dopo li scarica. E’ proprio lì che non dobbiamo arrivare, su quel ciglio di strada pericoloso, quella curva che ci ha fatto sentire onnipotenti o in quel punto dove il motore era al massimo. Quando lì a terra non senti più niente, nemmeno la sirena che giunge a prenderti, ti chiedi perché la vita così bella ti sta abbandonando…La vita è una sola, viviamola domando l’asfalto e non lasciandoci fregare!

Nessun commento: