martedì 14 novembre 2017

Faito. Intervista al Sindaco di Vico Equense. «Settantamila euro per la messa in sicurezza? Non bastano nemmeno per togliere i detriti»

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Vico Equense - «I 70mila euro finora stanziati dalla Regione non basteranno nemmeno per lo smaltimento dei detriti: per mettere in sicurezza il costone di Faito servono milioni»: ne è convinto Andrea Buonocore, primo cittadino di Vico Equense, costretto a fare i conti con l'incredibile serie di incendi e frane che hanno messo in ginocchio la parte alta della cittadina. A cominciare, ovviamente, dal villaggio di Monte Faito. Sindaco, cento residenti restano isolati e lamentano l'inerzia delle istituzioni. Che cosa non ha funzionato nella gestione dell'emergenza maltempo? «È mancato il coordinamento tra i soggetti preposti e cioè tra la Regione, proprietaria del Faito, e la Città metropolitana, ente che ha in gestione l'ex statale 269. In questa condizione il Comune è stato costretto a un lavoro improbo, dovendo affrontare l'emergenza legata agli incendi e al maltempo con le scarse risorse a sua disposizione. La Regione avrebbe dovuto prendere in mano la situazione in quanto ente proprietario, sovraordinato e dotato di risorse più cospicue. Così come la Città metropolitana avrebbe dovuto fare di più e non limitarsi a rendere la strada off limits». Chi avrebbe dovuto svolgere questo ruolo di coordinamento? «Sembrava che il Parco dei Monti Lattari fosse chiamato a svolgere questo compito. Esarebbe stata la scelta più logica, visto che si tratta di un ente trasversale rispetto alle varie amministrazioni comunali, legato alla Regione e dotato di una visione complessiva del territorio di riferimento. Ma se non gli si mettono a disposizione risorse economiche e umane adeguate, nemmeno il Parco può assumere il grave onere di coordinare i vari enti e di attuare qualsiasi tipo di intervento».


La Regione, però, ha stanziato i pruni 70mila euro per il disgaggio dei massi e la realizzazione di barriere a protezione del costone interessato dagli incendi. La sospirata svolta è in arrivo? «Alla luce della gravita dei roghi e del conseguente dissesto idrogeologico, è facile prevedere che quei soldi non basteranno nemmeno per smaltire i detriti. Per mettere l'area in sicurezza una volta per tutte, così da riaprire la strada che collega il villaggio di Faito alle altre frazioni e al centro di Vico Equense, serviranno milioni e milioni di euro. Altro che 70mila: questo è un palliativo che non risolve definitivamente il problema. Ma l'aspetto che più mi preoccupa è un altro». Quale? «I tempi di attuazione degli interventi. La comunità del Faito non può più aspettare. Sulla vetta ci sono bambini che devono tornare a scuola, anziani che necessitano di assistenza medica, un'intera comunità che ha bisogno di cibo, farmaci, carburante, combustibili per i riscaldamenti e attende di ritrovare la serenità. Perciò la Regione deve darsi una mossa, anche perché l'inverno si avvicina e il freddo e la neve rischiano di complicare ulteriormente la vita degli abitanti del villaggio». Nel frattempo si attende ancora la dichiarazione dello stato d'emergenza. «Abbiamo avanzato la richiesta al Governo, tramite la Regione, all'indomani degli incendi estivi. Da nazionale allora non abbiamo avuto riscontro, tanto che adesso stiamo valutando se reiterare l'istanza o produrne una nuova. La proclamazione dello stato d'emergenza ci consentirebbe di indennizzare i privati che hanno subito danni a causa del maltempo e di confermare gli sgravi varati a settembre. Non dimentichiamo che per Faito abbiamo sospeso tutti i tributi locali, in considerazione delle difficoltà in cui versano le imprese locali a causa di roghi e maltempo. Il Comune ha fatto la propria parte e continuerà a farla, ma non può essere lasciato ancora solo: ora tocca agli altri enti collaborare per restituire dignità alla comunità del Faito e all'intera cittadina di Vico Equense».

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