martedì 21 novembre 2017

Intervista a Fabian Perez. Premiato a Napoli come “Miglior artista Contemporaneo”

Fabian Perez, pittore argentino di fama mondiale, ha recentemente ricevuto, a Napoli, due prestigiosi premi: il “Da Vinci International Award” alla carriera e il riconoscimento quale “Miglior artista Contemporaneo”. L’occasione è stata una grande festa, organizzata dall’Accademia degli Artisti e presieduta da Carmela Russo. L’artista sudamericano ama dipingere con colori acrilici, perché questi gli consentono di seguire i suoi impulsi, senza che l’attesa di un colore ancora bagnato lo limiti nel generare un nuovo tratto col pennello. Pittore, ma anche scultore, Perez sa mettere in ogni sua creazione un pezzo della sua intensa e contraddittoria esistenza. Diego Paura, responsabile della redazione “Spettacoli” del quotidiano “Roma”, ha intervistato Fabian Perez, in occasione del suo soggiorno napoletano: In cosa consiste la sua arte? «Un’arte che difficilmente si può sintetizzare in una categoria, in quanto le categorie limitano tanto l’artista quanto le sue opere. Amo mettere nelle mie opere traccia ed essenza della mia vita». Le donne che dipinge sono vere? Le ha realmente conosciute? «Sì, tutte le donne che dipingo sono reali e, in qualche modo, hanno fatto parte della mia vita». Si legge un forte trasporto nella sua arte, come fosse per lei quasi un bisogno... «La mia arte è intrisa di emotività. È risultato del mio modo di vivere, delle mie passioni, degli incontri che faccio, dei luoghi che ho visto e dei paesaggi che ho vissuto». Cosa prova per tutti i premi che le hanno riconosciuto? «Una grande fierezza e felicità. Ricevere un premio in Italia, patria di grandi artisti e profondi conoscitori, mi onora molto. Spero di poter tornare presto e lavorare ancora in questo splendido paese». La collaborazione con Carmela Russo e l’illustrazione del suo libro cosa rappresenta? «Le illustrazioni che affiancano i componimenti di Carmela Russo segnano e disegnano un momento decisivo della vita di ogni uomo e donna. Il momento dell’abbandono e il risultato emotivo che questo concetto può avere. I sentimenti sono alla base di queste rappresentazioni e le raffigurazioni tra i miei lavori più intimi ed interessanti, li riconosco con affetto come mie creature profonde, ma delle immagini mi affascina sempre di più anche la dimensione silenziosa, aperta a più interpretazioni. In questo, credo che la mia esperienza come pittore aiuti: sono sempre le sfumature più sottili a rendere interessante un soggetto».

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