venerdì 10 novembre 2017

Intervista a Umberto De Gregorio. «È cominciato tutto da Quarto investigatori privati per stanarli»

Umberto De Gregorio
«La prima reazione è quella della tristezza e della delusione. È come se qualcuno volesse dirti: "è inutile che ti dai da fare ". Poi però ti rendi conto che bisogna reagire: per me questi raid sono uno stimolo in più, uno sprone a fare meglio». Umberto De Gregorio, presidente dell'Eav dal 2015, è amareggiato ma anche agguerrito: annuncia che si affiderà finanche a investigatori privati per trovare i vandali che stanno imbrattando le stazioni. Non la inquietano tanti raid in pochi giorni? «Mi inquietano perché siamo dinanzi ad azioni mirate, le definirei quasi spedizioni punitive. Nel caso di Piano di Sorrento, le immagini ci hanno consegnato due ragazzi incappucciati: vuoi dire che non c'è nulla di improvvisato in questi raid». Da dove nascono secondo lei? «Io questo non lo so. Posso supporre che il nostro lavoro di recuperare la bellezza e riqualificare le stazioni attraverso l'arte abbia potuto dare fastidio a qualcuno, posso immaginare che tutto sia partito dai fatti di Quarto, quando individuammo gli autori di un raid ad un treno nel deposito. Quella volta i ragazzi si pentirono e ripulirono tutto, ma questo gesto di riconciliazione non piacque a tutti, soprattutto a chi ha una visione più ortodossa dell'arte dei graffiti. Infine, posso supporre che la nostra opera di risanamento dell'azienda, anche economica, venga ostacolata perché a qualcuno fa comodo un' Eav nel degrado. Ma sono solo ipotesi, io non ho certezze e mi affido al lavoro delle forze dell'ordine. Di certo non credo che si tratti di episodi estemporanei, magari figli del disagio sociale: penso, invece, che ci sia un collegamento tra i vari fatti, tutti studiati con cura».
 
I carabinieri saranno aiutati dalle telecamere? «Noi abbiamo un sistema di videosorveglianza imponente. E infatti a Quarto abbiamo trovato i colpevoli, mentre qui li abbiamo ripresi ma a volto coperto. Per ciò che riguarda l'Edenlandia, invece, il teppista si è persino firmato: il writer pare si chiami Panz. Noi non ci fermiamo: sappiamo di avere dalla nostra parte la maggior parte dei cittadini. Viaggiatori, pendolari, turisti onesti che sono felici di attraversare stazioni abbellite dall'arte». L'impressione è che le stazioni siano comunque piuttosto vulnerabili «Questo è vero, ma stiamo correndo ai ripari. Stamattina incontreremo i dirigenti del consorzio nazionale sicurezza, che già lavora per noi. Stiamo studiando la possibilità di estendere a una ventina di stazioni a rischio la figura del poliziotto virtuale notturno. Ci sarà un controllo in diretta dei locali delle stazioni e appena il vigilante si accorgerà di una intrusione darà l'allarme, facendo scattare anche un avviso sonoro, una sorta di antifurto. Non solo: daremo incarico ad una agenzia investigativa di fare indagini per noi e risalire agli autori dei raid». (Fonte: f.g. da Il Mattino)

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