lunedì 13 novembre 2017

Pd, fuga dal congresso vota un iscritto su tre

Bagarre ai seggi, l'ira di Oddati 

Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino

Lo scontro sul congresso rinviato e poi rimesso in fretta e furia in pista viene stoppato per qualche ora. Un successo per i sostenitori di Massimo Costa, un flop per quelli di Nicola Oddati. Partito spaccato a metà comunque prima e dopo l'apertura (quelli che alzano le serrande) dei circoli democrat anche se la vigilia appariva più funesta. Con il sabato sera durante il quale il congresso sembra destinato a slittare dopo una comunicazione del vicesegretario nazionale Martina. Si materializza la vittoria di Nicola Oddati e dei suoi sostenitori, i parlamentari e consiglieri regionali ex Ds e il governatore Vincenzo De Luca. Gli ex Margherita, a cominciare dal capogruppo in Regione Mario Casillo e l'altro consigliere regionale Raffaele Topo sono imbufaliti: nella notte e all'alba continua il filo diretto tra Napoli e Roma. In mattinata è insubordinazione, molti circoli aprono le urne tanto che il segretario uscente Venanzio Carpentieri era già a votare alle 10.30. Mentre dal Nazareno, sono le 11, arriva una mail di Andrea Rossi, il responsabile organizzazione del Pd nazionale, che invece dà il via al voto. È caos. Tutti al voto, è l'ordine che arriva dai maggiorenti del Pd napoletano, tranne quelli che sostengono Oddati che afferma di «non riconoscere questo voto, che è una simpatica manifestazione di corrente». Uno dei due candidati, Tommaso Ederoclite, vota. Massimo Costa, il favorito, paradossalmente non può votare perché al suo seggio, nel quartiere Vomero, la porta è sbarrata e c'è un cartello in cui si dice che il circolo riconosce solo le parole di Maurizio Martina. Intanto a sera inizia lo spoglio nei singoli circoli e subito dopo tutti i verbali sono stati portati nella sede del Pd di Napoli, in via Toledo, dove oggi ci sarà il conteggio dei voti e verrà reso noto il risultato.
 
Scontato, ovviamente, perché l'altro maggiore competitore rimasto fermo ai box per lasciare ai suoi fedelissimi il compito di presidiare i seggi. Niente dati ufficiali sull'affluenza ma da fonti della dirigenza del Pd locale ieri sera si parla di poco meno di 10mila iscritti al partito che hanno infilato la scheda dell'urna: 9565 per la precisione su una platea di circa 25mila iscritti. Numeri comunque subito smentiti dal quartier generale di Nicola Oddati. «Dai dati in nostro possesso hanno partecipato a questa risibile conta di corrente 805 iscritti in città e 5500 in provincia, per un dato che si aggira intorno ai 6300 votanti. Si tratta del 13 per cento in città e circa il 25per cento complessivi». Lo si afferma al comitato di Nicola Oddati, uno dei candidati alla segreteria provinciale del Pd a Napoli. «Ci eravamo impegnati - spiegano - con il garante inviato da Roma Alberto Losacco a non diffondere i dati dell'affluenza, ma come al solito abbiamo subito l'ennesima forzatura e scorrettezza». È l'ultimo scontro della giornata tra le due fazioni, quello sui numeri che comunque segnala come poco meno di un iscritto democrat su tre è andato a votare. Un numero comunque alto anche per la stessa maggioranza che sostiene Massimo Costa, convinta di portare a casa non più di 7mila militanti ai seggi. Anche contando il caos dettato dal contrordine di un congresso rinviato e poi rimesso in piedi in fretta e furia. Certo si tratta quasi della metà degli iscritti che, nell'autunno del 2013, andarono ai seggi allestiti dal Pd per scegliere il segretario tra Venanzio Carpentieri e Gino Cimmino. Furono 18549 allora. Altri tempi, altra storia perché il partito nonostante uscisse da un commissariamento e una breve segreteria era ancora in carne. Nella primavera scorsa, ed è questo il dato che viene comparato dai sostenitori di Massimo Costa, quando cioè i circoli votarono al congresso nazionale tra Renzi, Orlando ed Emiliano (il cosiddetto voto delle convenzioni), i votanti a Napoli e provincia furono circa 11mila. E, quindi, se i dati filtrati ieri sera dal Pd dovessero rivelarsi reali parliamo di appena un migliaio di votanti in meno. Con la stessa platea elettorale e con una sfida che riscuoteva sicuramente più appeal. Numeri che comunque non serviranno ad evitare, già da oggi, un ricorso da parte di Oddati e il naturale strascico di veleni come avviene da sempre in casa del Pd napoletano.

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