sabato 9 dicembre 2017

Le Pacchianelle ispirano le sagome del presepe a San Vito

di Pino Visconti 

Vico Equense - I vari dizionari definiscono il Presepio (o presepe) come la rappresentazione plastica e tridimensionale della nascita di Gesù, preparato per il Natale, e realizzato con materiale diverso (legno, sughero, rami di castagno, oggetti riciclati ed altro ancora) e statuine (di gesso, di cartapesta, di legno, di terracotta con impagliatura interna ) che, circondate da elementi veristici quali case, rocce, piante , vengono collocate secondo l’idea del costruttore (anche il presepe costruito da un bambino che nella sua fantasia crea il suo ambiente o quello preparato da tanti anni da una persona anziana, esprimono una propria originalità). E da ieri, come generalmente è tradizione, in molte case si è iniziato ad allestire il presepe che, realizzato con la propria scenografia, con i suoi pregi e i suoi difetti, rende attuale e reale quell’avvenimento remoto nel tempo e nello spazio: la nascita di Gesù, un Bambino nato per la salvezza di tutti. E rinviando al presepe napoletano, riconosciuto come uno dei più antichi e famosi sia nell’ambito popolare che in quello artistico, la Prof.ssa Liliana Volpe ed il marito Salvatore Terracciano, che per l’arte presepiale “sfrenneseano”, collaborati da alcuni giovani oratoriani di San Vito, accettando l’invito rivolto loro da P. Federico Rubino e dai componenti dell’Associazione Amici delle Pacchianelle, hanno realizzato, ispirandosi proprio alla significativa tradizione delle “ Pacchianelle”, figure di diverse dimensioni scontornate a silhouette, dipinte a smalto su compensato, che collocate secondo un’ ampia sequenza prospettica, rappresentano i personaggi di una scena presepiale che ha i suoi elementi principali in una capanna, dove una mangiatoria, da cui fanno capolino le teste del bue e dell’asinello, accoglie Gesù Bambino, con a lato la Madonna e San Giuseppe, e al di fuori, il “diverso rio”, che comprende gli zampognari, le figure di chi attende ai vari lavori, un carretto, un caprone, le fascine, le staccionate, l’Angelo dell’Annuncio svolazzante, il tutto su di un tappeto di paglia e sotto un cielo di luci, tra cui spicca la luminosa stella cometa. E questa animazione “statica”, nel suo unicum di fede, di arte e di cultura, è stata montata nella villetta che ospita il monumento di San Francesco di Paola, sul sagrato del Convento di San Vito, visibile a quanti percorreranno la Raffaele Bosco, e che ammirandola, certamente avranno a ricordare: “Tommasì, Tommasì, te piace ‘o Presebbio?”, quella indimenticabile frase di “Natale in casa Cupiello”.

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