giovedì 11 gennaio 2018

Riggiole, patrimonio che merita tutela

Fonte: Guido Donatone da Il Mattino

E molto deprecabile che ancora oggi, malgrado la presenza del locale Archeoclub e l'attenzione della soprintendenza dei Beni architettonici, il territorio di Massa Lubrense sia sottoposto a sistematici furti delle pregevoli pavimentazioni maiolicate. Purtroppo era già avvenuto anche a Napoli: Roberto Pane denunciava già nel 1979 la scomparsa dei pavimenti maiolicati settecenteschi delle chiese napoletane di S. Agostino alla Zecca, della sacrestia di S. Maria della Sanità e di molte altre chiese. Su suo incoraggiamento e dell'indimenticabile Raffaello Causa - egli cominciò a fare effettuare una campagna fotografica dei pavimenti ceramici degli edifici di culto - iniziai sistematiche ricerche che hanno dato luogo a pertinenti pubblicazioni ("Pavimenti maiolicati m Campania", Napoli, 1981, nonché "La riggiola napoletana", Napoli, Ed. Grimaldi, 1997). Esiste pertanto una vasta conoscenza delle mirabili opere pavimentali, dovute alle Fabbriche napoletane, dal secolo XV al XIX; e la critica internazionale ha riconosciuto che la produzione delle riggiole (dall'antico catalano rajóla) costituisce un primato artistico della capitale dell' antico Regno. Le piastrelle napoletane vennero esportate in tutte le regioni, specialmente in Sicilia. Tutto ciò ha fatto arrestare gli specifici furti a Napoli, ma purtroppo non il degrado m cui spesso versano tali significative opere d'arte con decorazioni architettoniche, naturalistiche, paesaggistiche e iconiche. In particolare nel territorio di Massa Lubrense, per la presenza nel Settecento del munifico vescovo Belletti, operò la rinomata Fabbrica dei Chiaiese.
 
Assieme alla Fabbrica dei Massa, autori del chiostro maiolicato di Santa Chiara e dei vasi-potiche della Farmacia degli Incurabili, recentemente maltrattati nel film di Ozpetek (G. Donatone, "La Farmacia degli Incurabili', Roma, Poligrafico dello Stato, 2004) e ad altre importanti Fabbriche, hanno lasciato significative testimonianze dell'alta qualificazione artistica delle maestranze napoletane, che eseguivano vaste composizioni su disegni in particolare di grandi architetti, quali D. A. Vaccaro e P. Sanfelice. È quindi necessario un più serrato controllo da parte dei residenti: erano in corso lavori al campanile della piccola chiesa di Mitigliano, frazione di Massa, di cui è stato in parte depredato il pavimento a semplice, ricorrente disegno, che però risale all'Ottocento e non al Settecento, come sa il benemerito amico Stefano Ruocco dell'Archeoclub di Massa. Inoltre, come è possibile che sia stato disattivato l'impianto di allarme esistente? Confido comunque nel buon esito delle indagini dei carabinieri.

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