lunedì 12 marzo 2018

Sette uomini per una leadership

Matteo Renzi
Da Zingaretti a Chiamparino, una sfida tutta al maschile per un segretario «forte» che succeda a Renzi Con il rebus delle primarie

Finita l’era renziana, si cerca il successore per guidare il Pd dopo il tonfo del 4 marzo. Oggi alle 15 si riunirà la Direzione, nella quale Matteo Orfini leggerà la lettera di dimissioni ufficiali di Matteo Renzi. La leadership possibile è tutta al maschile e tra i più accreditati c’è Nicola Zingaretti, confermato presidente del Lazio, unico a vantare un successo il 4 marzo scorso. Ma i renziani non stanno con le mani in mano e potrebbero contrapporre a Zingaretti, che governa insieme alla sinistra di Leu, Graziano Delrio. Se la decisione venisse presa dall’assemblea nazionale ad aprile, e non dalle primarie, i renziani, che hanno la maggioranza, potrebbero ottenere un incarico che duri fino al 2021. Ma Delrio non ha sciolto la riserva e, se si candida, non è detto che lo faccia con i renziani. Tra gli altri esponenti vicini a Renzi, si fa il nome di Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera. Tra le figure che potrebbero essere in grado di unire le diverse anime del partito ci sono Maurizio Martina, vicesegretario pd, e soprattutto Paolo Gentiloni. Premier uscente, presto si smarcherà dal ruolo di garanzia e tornerà nell’agone politico. Se non si dovesse raggiungere un accordo per un segretario forte, il governatore piemontese Sergio Chiamparino auspica una guida collegiale. E se sono scarse le possibilità di Michele Emiliano, che è minoranza della minoranza nel Pd, qualche chance potrebbe averla un outsider, Carlo Calenda, fresco di tessera. (Fonte: Alessandro Trocino da Il Corriere della Sera) 

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