lunedì 28 maggio 2018

Banco di Santa Croce, il Tar dà ragione al Comune di Vico Equense

Località Bikini
Vico Equense - Nessuna sospensiva al regolamento per la fruizione della zona di tutela biologica del Banco di Santa Croce. Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo della Campania, settima sezione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcuni diving. Il Tar con questa sentenza entra nel merito, stabilendo la carenza di legittimazione a ricorrere in capo ai ricorrenti e li condanna a rifondere al Comune di Vico Equense le spese di giudizio. Le associazioni ricorrenti giustificavano la necessità di tutela cautelare lamentando il possibile pregiudizio alla flora e alla fauna marina, e cioè il pregiudizio ad interessi estranei alla loro sfera giuridica. L’Amministrazione comunale, con l’Avvocato Emilia Dubbioso, eccepiva l’inammissibilità del ricorso sia per carenza di legittimazione attiva, atteso che le ditte ricorrenti non sono associazioni ambientaliste e, pertanto, non possono far valere interessi estranei alla loro sfera giuridica; sia per carenza di interesse, attesa la mancanza di concreta efficacia lesiva dell’atto impugnato; sia, ancora, per genericità dei motivi. L’Amministrazione, infine, eccepiva l’infondatezza del ricorso anche nel merito, atteso che il Comune non ha affatto istituito una AMP. Da oggi, quindi, la gestione dello specchio di mare sarà esercitata dal Comune di Vico Equense, che ha nominato, per la fruizione della zona di tutela biologica del Banco di Santa Croce, come responsabile Antonino Miccio, Direttore dell’A.M.P “Punta Campanella”, e ufficializzata una commissione costituita da Carmela Guidone, Antonella Esposito ed Enrica Gargiulo, che avranno il compito di formulare proposte e suggerimenti, assolvendo a una funzione di collegamento con le parti sociali e con le realtà produttive e imprenditoriali, per organizzare attività di promozione, tutela, fruizione e sorveglianza.
 
Previsto, inoltre, per chi vorrà fare escursioni subacquee il pagamento di un diritto di segreteria per l'istruttoria delle pratiche. Vietate, inoltre, le attività di didattica subacquea e consentite le visite guidate a opera dei centri d’immersione autorizzati solo ad alcune condizioni. Queste, infatti, dovranno essere svolte da professionisti con brevetto, in un numero di sommozzatori non superiore a 6 per ogni istruttore, per un massimo di 12 per ciascuna immersione. In base al regolamento approvato il Comune, si riserva la possibilità, a seguito di un monitoraggio, di stabilire e modificare il numero massimo d’immersioni al giorno e quello delle imbarcazioni presenti. La navigazione dei natanti a supporto dell’attività dei sub è consentita a velocità non superiore a 5 nodi, entro la distanza di 500 metri dalla boa di segnalazione e di ormeggio e, oltre a tale distanza, non oltre i 10 nodi. Per l’attività di diving e visite guidate, corsia di favore per i residenti del territorio. Il Comune, infatti, nel rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di queste attività, potrà avvantaggiare le richieste avanzate da soggetti che risiedono a Vico Equense. Soddisfazione per questa sentenza è stata espressa dall’Assessore al demanio Angelo Castellano. “Si tratta – spiega l’Assessore Castellano - di un regolamento che incide sull'area demaniale in concessione al Comune di Vico Equense, che coniuga la tutela paesaggistica utilizzando il sito come attrattore turistico da volano per l'indotto economico nel settore della fruizione delle valenze naturalistiche.” Già oggetto di studio da parte del mondo scientifico sin dall’ 800, il Banco di Santa Croce, negli anni 90 fu inserito all’interno del costituendo Parco Marino Punta Campanella addirittura come zona A, al pari dello scoglio del Vervece e di Vetara, in ragione della sua elevata biodiversità e per il suo fondamentale ruolo nell’equilibrio dell’ecosistema circostante. Ma successivamente, per ragioni non note, il Banco fu stralciato dal parco. Nel giugno 1993, su proposta dell’associazione Marevivo, il Ministero della marina Mercantile con apposito decreto decise di istituire la Zona di Tutela Biologica Z.T.B. “Banco di Santa Croce” vietando la pesca sia professionale, sia sportiva in un’area di 300mt di diametro.

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