sabato 12 maggio 2018

Pugni al carabiniere che gli salva la vita: somalo condannato e liberato

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Meta - Per sottrarsi al controllo da parte delle forze dell'ordine non ha esitato a lanciarsi in un vallone. Quando i carabinieri l'hanno recuperato salvandogli la vita, però, ha sferrato un pugno a un appuntato. Protagonista della vicenda un somalo senza fissa dimora che, dopo il processo per direttissima davanti al Tribunale di Torre Annunziata, è stato condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e immediatamente rimesso in libertà. L'uomo, un clandestino sul quale pendeva pure un provvedimento di espulsione, stava bivaccando all'ingresso di un palazzo nel centro storico di Meta quando è stato notato da un agente della polizia municipale che gli ha ordinato di raccattare le sue cose e di andar via. «La mia roba la raccogli tu», questa la replica del somalo. A quel punto, il vigile urbano gli ha rinnovato l'invito ad allontanarsi. E il clandestino, per tutta risposta, ha afferrato una pietra minacciando di scagliarla contro l'agente. In soccorso di quest'ultimo, quindi, è arrivato un residente. In quello stesso frangente, però, il somalo è fuggito ed è scivolato nel vallone al di sotto di via Rivolo.
 
A salvargli la vita sono stati i carabinieri della stazione di Piano di Sorrento che, coordinati dal capitano Marco La Rovere, hanno evitato che precipitasse nel vuoto. Ciononostante l'uomo ha tentato di fuggire prima di essere bloccato e portato in caserma per accertamenti. Qui ha sferrato un pugno a uno dei miltari che l'avevano tratto in salvo, procurandogli una contusione al setto nasale giudicata guaribile in dieci giorni.Per il somalo, infine, è scattato l'arresto per resistenza e minacce a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Stamane l'uomo, che non aveva ottemperato all'ordine di espulsione e quindi viveva in Italia irregolarmente, è stato processato per direttissima dal Tribunale di Torre Annunziata. Risultato? Condanna a sei mesi di reclusione, ma con pena sospesa. Così, al termine dell'udienza, il clandestino è stato rimesso in libertà.

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