venerdì 11 maggio 2018

Sorrento, matrimonio gay negato nel Chiostro di San Francesco: Il Pd chiede un ripensamento sulla decisione assunta

Sorrento dice no alle unioni civili tra persone dello stesso sesso officiate nel chiostro di San Francesco. E la notizia, riportata in prima battuta dall'Huffington Post, fa il giro del paese e dei social sorrentini. “Il chiostro di San Francesco – spiega il Sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo - è una delle quattro location che il Comune di Sorrento mette e disposizione di residenti e turisti per la celebrazione di matrimoni ed unioni civili: il museo Correale di Terranova, Villa Fiorentino e il Palazzo Municipale. Alla coppia di giovani omosessuali abbiamo consigliato, infatti, di utilizzare una di queste tre sedi, sfarzose ed ugualmente suggestive, per coronare il loro sogno d'amore. Il chiostro, infatti, pur essendo di proprietà comunale, fa parte di un complesso conventuale di frati francescani ed è attiguo ad una chiesa dedicata sempre a San Francesco. La nostra è stata una iniziativa dettata dal buon senso, senza alcuna intenzione di offendere nessuno né di contravvenire ad un diritto stabilito per legge”. La notizia è balzata alla cronaca grazie a un articolo di Luciana Matarese che ha raccolto la denuncia e il rammarico dei due giovani. Vincenzo D’Andrea, ventisettenne napoletano, da sei convive con Heriberto Vasquez Ciro detto Beto. I due ragazzi hanno rifiutato la contro proposta del sindaco di Sorrento e si uniranno civilmente il 25 luglio a Villa Fondi, nel vicino comune di Piano di Sorrento. “Ci spiace – ha detto il sindaco Cuomo - che abbiano deciso di celebrare altrove la loro unione, e ribadiamo la vocazione all'accoglienza della comunità di Sorrento, fuori di ogni preconcetto religioso, culturale e, naturalmente, di orientamento sessuale”. Il PD di Sorrento in una nota parla di grave discriminazione e violazione di una legge dello Stato. “Le unioni civili – scrivono i democrat - sono una recente conquista di civiltà per il nostro Paese e riconoscono importanti diritti a tutti i cittadini senza discriminazioni. Chiediamo a gran voce al sindaco un ripensamento sulla decisione assunta, riconoscendo un diritto e ristabilendo il rispetto della legge”.

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