venerdì 8 giugno 2018

Chiesa, monito a Salvini. Gli slogan creano odio

Don Mimmo Leonetti
L'appello di Mimmo Leonetti, direttore della Caritas diocesana Lottò per ospitare stranieri nella Sorrento divisa tra ostilità e solidarietà 


Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Sorrento - Vennero accolti dalla parrocchia della Cattedrale mentre Sorrento era spaccata in due. Un arrivo che, invece di scatenare una reazione di cuore e solidarietà, in parte rinfocolò i sussulti dei razzisti che, a dispetto del culto dell'accoglienza difeso da secoli dagli operatori turistici, alzarono le barricate e sputarono rabbia sui social. Ora, sia chiaro, la storia non è molto cambiata e quel pizzico di tensione in meno di oggi è dettato esclusivamente dal fatto che al momento non si parla di nuovi arrivi. Eppure sui migranti, a Sorrento e dintorni, l'attenzione resta massima. Risuonano come un pericoloso richiamo all'intolleranza le parole del neo ministro dell'Interno Matteo Salvini. Frasi che non hanno fatto altro che riaprire un discorso delicato, spinoso, difficile da affrontare persino su Facebook, un luogo multimediale pensato per confrontarsi e che invece troppo spesso diventa una vasca di veleno. «La pacchia è finita» è il mantra del numero due del governo giallo-verde. «Ma la finisca di fare campagna elettorale», sbotta don Mimmo Leonetti, direttore della Caritas diocesana che assieme alla parrocchia retta da don Carmine Giudici si è occupato, attraverso i corridoi umanitari della comunità di Sant'Egidio, di trovare un posto a 15 persone provenienti dal cuore dell'Africa. Tra loro, la famiglia Tuy Tuy: padre, madre e otto figli di cui cinque femmine (l'ultima ha appena sei mesi e mezzo ed è la più piccola del gruppo) e tré maschietti che non hanno mai visto il mare e che stanno cercando un'altra vita. Dal loro arrivo a Sorrento, sono passati già quattro mesi. «Un tempo utile perché lo hanno sfruttato studiando l'italiano - racconta don Mimmo - Soprattutto i bambini hanno la necessità di capire la nostra lingua.
 
E sono fondamentali in questo momento l'apporto e la piena collaborazione che stiamo ricevendo dalle istituzioni scolastiche del territorio. Prima di poter pensare a trovare magari un impiego, un hobby o comunque una sistemazione quasi più indipendente, è necessario capire che tipo di qualità hanno queste persone. Sì, intendo pure la propensione a una mansione. Ma al di là di ciò, ci riempie il cuore vedere questi volti sorridenti: sono convinti di aver trovato un'altra grande famiglia. Quella dell'intera comunità di Sorrento. I razzisti? Ci sono ovunque, fortunatamente non rappresentano la maggioranza». Anche se i fan di Salvini stanno iniziando a mettere radici pure al Sud, tra cui la penisola sorrentina. «Doverosa una premessa. Ognuno è libero di fare e pensare ciò che vuole - sottolinea ancora don Mimmo - Su Salvini, le sue frasi lasciano il tempo che trovano. Spiace che non abbia ancora capito che ora è al governo, non è all'opposizione. E soprattutto non è in campagna elettorale. Basta con questi spot, basta con questi motti. E' ora di finirla. L'immigrazione non si affronta cosi». Qual è la soluzione, allore. «La parola integrazione non significa soltanto fornire certezze per dare da mangiare e bere a chi viene in Italia - chiosa il direttore della Caritas - I migranti possono essere di aiuto anche a noi. Sarebbe fondamentale capirlo con onestà intellettuale. Poi non bisogna dimenticare una cosa. L'uomo è libero, dovrebbe essere libero, libero anche di fare ciò che vuole e andare dove pensa che sia più fattibile sviluppare e migliorare la propria esistenza. Tutto ovviamente nella piena sicurezza di tutti».

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