domenica 10 giugno 2018

L`eredità pesante di una città ingovernabile

Castellammare di Stabia
Programmazione ferma al 2010, poi solo scioglimenti. Solo la stabilità amministrativa potrà garantire il futuro. La trasformazione turistica dipenderà dalla politica 

Fonte: Tiziano Valle da Metropolis

Castellammare di Stabia - Otto anni di incertezze, di progetti avviati e repentini passi indietro. Di un'instabilità politica che ha lasciato Castellammare al palo, rendendo impossibile la gestione di un fenomeno turistico che sta riempiendo le camere degli Hotel e facendo aprire un numero sempre crescente di B&B. Mentre le amministrazioni si sono sciolte per motivi più o meno chiari, i privati hanno avviato una trasformazione commerciale e urbanistica della città che senza l'indirizzo della politica è risultata quasi ininfluente per gli stabiesi.
La stabilità politica 
Il tema centrale è quello della governabilità. Castellammare non può permettersi di perdere altro tempo. Le opportunità offerte dalla Zes (Zona economica speciale) e dal Grande Progetto Pompei vanno colte subito se si vuole programmare quella che dovrà essere la città nei prossimi anni. Gettare le basi adesso significa poter offrire una speranza ai giovani. Rinviare queste decisioni significherebbe condannare tanti stabiesi a lasciare la città per costruire altrove il loro futuro. Salvo condotte che non hanno nulla a che vedere con le pratiche di buona amministrazione, la speranza degli stabiesi è quella di avere un sindaco che possa completare il proprio mandato. Una garanzia di governabilità che restituirebbe anche credibilità alla politica cittadina.
 
Il fatto che decisioni importanti come quelle sul futuro della Sint (società che detiene il patrimonio immobiliare di Terme di Stabia) e sulle prospettive di Fincantieri (il protocollo sottoscritto da Regione e azienda) siano arrivate nel bei mezzo della campagna elettorale - a prescindere da come la si pensi - non sono state un bei segnale per chi ha amministrato e chi si candida ad amministrare Castellammare.
I programmi 
Se c'è una cosa che ha accomunato i candidati sindaco Gaetano Cimmino, Massimo De Angelis, Andrea Di Martino, Francesco Nappi e Tonino Scala - in rigoroso ordine alfabetico - è la prospettiva di una Castellammare turistica. In tal senso, dal punto di vista amministrativo, bisogna partire da zero, dall'ordinario. Per garantire lavoro e sviluppo bisogna: incentivare gli imprenditori a investire nel settore ricettivo, creando più alberghi; strutturare un piano traffico che liberi la città dagli ingorghi; realizzare nuovi parcheggi; garantire maggiore sicurezza, combattendo la microcriminalità e l'illegalità; sensibilizzare i cittadini al decoro urbano; dotare la città di una segnaletica efficiente; riattivare il termalismo; recuperare il rapporto con il mare. Non si tratta di progetti a breve scadenza e proprio per questo serve un'amministrazione capace di durare 5 anni. La prima patata bollente che la nuova giunta si troverà sul tavolo una volta arrivata a Palazzo Farnese è quella della messa in liquidazione della Sint. La nuova amministrazione dovrà indicare la strada per valorizzare quell'immenso patrimonio immobiliare ormai distrutto. E avrà l'onere di decidere anche come far ripartire il termalismo. Il primo obiettivo a portata di mano è invece la firma della convenzione con la Soprin tendenza per realizzare il Museo e la scuola di Alta Formazione nella Reggia di Quisisana. Per quanto riguarda il rapporto con il mare, tutto passa dal recupero della balneabilità e dalla bonifica, dell'arenile. Sono obiettivi che difficilmente si riusciranno a portare a compimento in cinque anni, anche se sono stati fatti notevoli passi avanti. Se la prossima amministrazione lavorerà bene, lascerà in eredità alla città la più grande risorsa che possa esistere per il futuro. Lo stesso discorso vale per la, stazione crocieristica, contenuta nella bozza del piano regolatore portuale. Un'opera mastodontica che potrebbe rappresentare un'occasione straordinaria per Castellammare, a patto che si faccia chiarezza su Fincantieri. Le due cose sembrano incompatibili e possono viaggiare sullo stesso binario solo se si realizza un bacino di costruzione per lo stabilimento stabiese.
La quotidianità 
Una questione, quasi sempre snobbata dalla politica, è quella della vivibilità. L'uscita dal dissesto mette a disposizione della prossima amministrazione gli strumenti necessari per garantire maggiore pulizia, soprattutto nelle periferie, avere meno caos per le strade cittadine, e un'illuminazione pubblica che funzioni realmente e non lasci al buio, come spesso accade, interi quartieri. Una sfida complicata che passa anche da una presa di coscienza forte da parte dei cittadini. Ogni scelta politica rischia di diventare nulla, senza la partecipazione degli stabiesi. Tiziano Valle

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