martedì 3 luglio 2018

Tempo di leggere

di Filomena Baratto

Vico Equense - Fa discutere la frase pronunciata dalla sottosegretaria alla cultura Lucia Borgonzoni di non leggere da tre anni, tanto più per il ruolo che occupa e non per “la superiorità antropologica dei lettori” come è stato detto. Il tempo per certe cose come la lettura non deve mancare. Essa non va affidata solo al tempo libero, non si legge per caso, e i libri è meglio comprarseli. La lettura non riempie un tempo ma il tempo diventa conoscenza. Leggere comporta una scelta e non è un’opzione, si legge per necessità. Si legge quello per cui siamo più propensi, partendo dai nostri bisogni, dai nostri interessi. A volte ci lasciamo convincere da chi ha già letto, che può anche essere un buon inizio, ma entrare in libreria, scegliere un libro e acquistarlo è un momento fondamentale. I libri si comprano, non si prestano né si leggono quelli già passati per altre mani. Diventa qualcosa di personale come un oggetto, un vestito, un orologio a cui siamo legati. Non possiamo risparmiare sui libri mentre ci permettiamo l’impossibile e costa quanto tre pacchetti di sigarette, o dieci caffè, o 4 bibite, mezzo metro di pizza, e basta una di queste cose in meno ed è fatta. Ha il valore di un bene di prima necessità e rientra nell’economia familiare. Il libro ci parla anche dopo che lo abbiamo letto e dimenticato. Ricordiamo tutti una frase, un detto, una parte, una descrizione, un rigo per l’emozione che ci ha regalato. Non avere tempo per la lettura è una scusa, se ne trova sempre un po’ dove infilarcene uno.

E leggere insieme è il miglior modo di conoscere gente: coinvolge, fa discutere, fa tessere discorsi, fa scambiare opinioni e arricchisce. Ogni momento è buono per leggere. Io ne porto sempre uno con me, di solito l’ultimo in ordine di acquisto e lo tiro fuori nei tempi di attesa. Spesso faccio pubblicità itinerante: mi chiedono cosa leggo, come lo trovo, il motivo per cui l’ho scelto. A pensarci bene non ho tempo, ma i libri sono il mio tempo e proprio per questo è una sfida continua. Sono come le ciliegie, uno tira l’altro, e la lettura è un piacere infinito. Se la cultura per noi ha un valore, leggere è un dovere e la lettura non va affidata al caso. Chi legge un libro all’anno non esercita nemmeno la vista. Bisogna macinarne di fogli per dirsi lettori. C’è sempre tempo quando si ha la passione e la lettura è tra gli esercizi intellettivi più completi. Esercita la memoria, l’immaginazione, l’intelligenza. Altro che passatempo! E’ un arricchimento continuo, un addestramento che migliora le nostre prestazioni mentali e amplia i nostri orizzonti. Chi legge è come un pioniere alla ricerca di terre nuove da scoprire, da battere, e non si accontenta mai di quello che trova, crede che al di là dell’orizzonte ci sia sempre un oltre da conoscere. “Non ho tempo” di solito lo dice chi si confeziona convinzioni su misura e non scolla dal suo trono di presunte conoscenze. La vera cultura continua giorno per giorno, quando si apprende senza soluzione di continuità, segno del nostro confrontarci e non chiuderci in un mondo che potrebbe nuocere prima a noi stessi. Ma spesso diamo priorità all’esperienza più che alla conoscenza, ritenuta di gran lunga più necessaria. Una volta si combatteva l’analfabetismo, oggi va di moda la convinzione di sapere e quel poco basta a sopravvivere, magari sopperendo con l’esperienza, convinti che quest’ultima formi ancora di più.

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