giovedì 12 luglio 2018

Verso il processo Sagristani, rieletto e già indagato

Comune di Sant'Agnello
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Sant'Agnello - Avrebbero favorito un imprenditore cedendogli, per «soli» 250mila euro, il credito di 400mila vantato dal Comune nei confronti di un privato. Così sono finiti sotto inchiesta il sindaco Piergiorgio Sagristani, il suo vice Giuseppe Gargiulo, l'assessore Clara Accardi e l'ormai ex componente della giunta Pasquale Esposito, destinatari di un avviso di conclusione delle indagini. Il reato ipotizzato dalla procura di Torre Annunziata è abuso d'ufficio. Stesso discorso per la segretaria comunale Loredana Lartene e per Raffaele D'Esposito, titolare di una ditta che avrebbe beneficiato dell'operazione.
IL CREDITO 
Sotto la lente d'ingrandimento del sostituto procuratore Rosa Annunziata fatti risalenti al 2014. In quel periodo il Comune vanta un credito complessivo di circa 570mila nei confronti di un privato. Pasquale De Luca, per un contenzioso legato all'esproprio di un fondo in viale dei Pini e risalente agli anni Novanta. L'ente di Piazza Matteotti, però, non riesce a recuperare quella somma. A quel punto l'imprenditore D'Esposito si fa avanti e chiede all'amministrazione di cedergli una parte del credito vantato verso De Luca, per un importo di 400mila euro, in cambio dell'immediato pagamento di 250mila euro. Il motivo della proposta?
 
Tra De Luca e la ditta di D'Esposito c'è un contenzioso, conclusosi in primo grado con la condanna di quest'ultima al pagamento di circa 545mila euro: una sentenza successivamente impugnata dall'imprenditore davanti alla Corte d'appello di Napoli. Ecco perché D'Esposito punta ad acquisire il credito vantato dal Comune verso De Luca. L'obiettivo è avere una somma sulla quale rifarsi nell'ipotesi in cui i giudici partenopei riformino o sospendano l'efficacia esecutiva della sentenza emessa dal Tribunale. L'imprenditore, dunque, formalizza la proposta accompagnandola con una relazione in cui illustra tutti i vantaggi per il Comune. A quel punto, i vertici di piazza Matteotti chiedono un parere alla segretaria Lattene. Secondo quest'ultima «l'operazione potrebbe risultare pregiudizievole per il bilancio dell'ente», visto che il Comune cederebbe un credito di 400mila euro per «soli» 250mila. Tuttavia, «tenuto conto della situazione patrimoniale del debitore che rende estremamente difficile soddisfare il credito del Comune», l'ok alla proposta di cessione «consentirebbe di incassare immediatamente 250mila euro» e quindi «concretizzerebbe un vantaggio economico tale da far ritenere sussistente l'interesse pubblico».
LA DENUNCIA
La giunta comunale, nel dicembre 2014, approva lo scambio. De Luca, però, non ci sta e denuncia la vicenda alla procura. Nel registro degli indagati finiscono sei persone tra le quali spiccano il sindaco Sagristani e i suoi fedelissimi Gargiulo, Accardi ed Esposito. Poi la svolta con la notifica degli avvisi di conclusione indagini: da adesso gli inquisiti hanno venti giorni per chiedere di essere ascoltati dal pm, depositare memorie e produrre investigazioni difensive. Sagristani, che a breve potrebbe farsi sentire dalla procura, si dice «tranquillo e convinto di riuscire a chiarire i fatti»: «Attraverso quel la cessione del credito non ho favorito D'Esposito, ma il popolo di Sant'Agnello» spiega il primo cittadino rieletto per la quarta volta il 10 giugno scorso.

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