giovedì 9 agosto 2018

Scempio sul Faito. Vandali in azione

Sfregiati i faggi 

Fonte: Metropolis

Vico Equense - Faggi sfregiati nei boschi di Faito. I danni collaterali del boom di visite sul monte che domina la catena dei Lattari si fanno sentire nei confronti del vasto patrimonio ambientale. E i faggi che ombreggiano i sentieri del Faito sono le vittime dell'atto vandalico messo a segno da qualche teppista di turno, che non ha esitato a scolpire graffiti nella corteccia con l'impiego di un taglierino o di un coltello. Uno schiaffo alla storia di una montagna che per l'intera scorsa estate aveva già subito danni enormi a causa degli incendi che hanno messo in ginocchio il Faito e che hanno distrutto ettari di vegetazione. Un disastro ambientale di dimensioni notevoli, considerando che nella stagione delle piogge in più occasioni la montagna è franata con la conseguente interruzione della strada. Una coltre di cenere ha preso il posto del verde rigoglioso che per secoli ha fatto ombra agli amanti dei sentieri del Faito. E gli sfregi sui due faggi hanno messo ulteriormente a repentaglio quel che resta di una montagna tornata intanto ad essere il fulcro del turismo e dell'economia del territorio grazie al ripristino a tempo pieno della funivia, collegamento immediato tra il centro di Castellammare di Stabia e la sommità del Faito.


A fare da contraltare alle cifre record relative ai viaggiatori che hanno fatto tappa in montagna, dunque, c'è l'inciviltà imperante di molti, che hanno deciso di abbandonare bottiglie di vetro, cartacce e altri rifiuti tra i boschi, divertendosi persino ad intagliare nomi e altri sfregi sulle cortecce degli alberi. L'area coinvolta, tra l'altro, non è videosorvegliata e sarà difficile pervenire all'identificazione dei colpevoli, che l'hanno fatta franca a causa dell'assenza di controlli su un territorio vastissimo e dispersivo. Intagli che un tempo erano frequenti per rendere immortali le storie d'amore, ma che rappresentano uno sfregio ad un patrimonio ambientale sottoposto da anni ad angherie e soprusi.

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