mercoledì 26 settembre 2018

La politica «Dem da rifondare» Bassolino, Iavarone e i delusi dal Pd il patto della pizzeria

Antonio Bassolino
Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino

Non c'è solo la via congressuale per tentare di rifondare il Pd. C'è chi lavora dall'interno e chi si preoccupa del futuro democrat dall'esterno. Anche non essendo iscritto. E se qualcuno in epoca di governo sovranista iniziava a chiedersi che fine avesse fatto la società civile, ora sappiamo almeno che si risiede a discutere. A parlare. E a porsi interrogativi. Alla vigilia poi, anche se è una casualità, dell'arrivo a Napoli il 2 ottobre di Nicola Zingaretti. Tappa scelta dal governatore del Lazio che aspira alla leadership pd perché è qui che si addensano tutte le contraddizioni politiche della sinistra. Tra un governatore Pd (De Luca) che strizza troppo l'occhiolino alle destre, un sindaco di sinistra (de Magistris) che divide proprio il Pd e un elettorato che, in Campania, ha virato proprio sui grillini.
IL TAVOLO 
Due sere fa, esterno sera. Da Bellillo, pizzeria a la page in via Agostino Depretis, si attovagliano al desco una quarantina di persone. Non sono del Pd e qualcuno alle ultime politiche ha pure votato altrove ma tutti (o quasi) provengono da quel mondo. E lì sono ancora testardamente ancorati. E si vedono per discutere come si possa rifondare il Pd e la sinistra senza passare per un partito ormai esangue che a Napoli è stato capace di dilaniarsi anche per un misero congresso provinciale. A far partire gli inviti Enzo Maria Ruggiero, ex diessino passato al dipietrismo per poi essere un semplice iscritto del Pd, che apre la serata con una relazione introduttiva in cui si chiede se non sia il caso di iniziare a discutere del futuro del Pd senza passare per le asfittiche stanze del partito ormai chiuso in se stesso. Attorno alcuni tavoli in cui si discute a gruppi di cinque o sei.
 
C'è l'ex sindaco e governatore Antonio Bassolino, tra i fondatori del Pd anche se a malincuore non ha più rinnovato la tessera, e il politologo Mauro Calise che di quella rampante stagione bassoliniana fu l'ideologo principale. Ma accanto c'è anche chi tentò di dare una spallata a quel mondo, come Marco Rossi-Doria, e chi come il parlamentare Paolo Siani da sempre vicino al Pd è stato eletto invece come indipendente. E, ancora, medici come Pietro Forestieri del Ceinge, l'oncologo Bruno Daniele e il collega Carlo Avitabile, l'avvocato Riccardo Ferone, l'ex consigliere pd Tonino Amato, Maria Luisa Iavarone, la madre del piccolo Arturo vittima dei bulli e, dalla Lucania, la sindaca di Senise Rossella Spagnuolo. Tutti a interrogarsi se non sia l'ora di uno scatto di reni esterno al partito pur di dare una scossa ad un Pd ormai flagellato solo da conte interne e «retto da dirigenti non più credibili». Ragionamenti da simpatizzanti che non hanno ruoli ma vogliono iniziare ad esercitarlo dall'esterno. Perché consci che i congressi sono ormai guerre tra correnti che non fanno bene al partito stesso. Anzi.
IL CONGRESSO
Eppure proprio Napoli è stata scelta da Nicola Zingaretti per iniziare la scalata al Pd postreziano. Una giornata all'ombra del Vesuvio per annunciare plasticamente la piattaforma congressuale prima dell'ufficialità del 13 ottobre a Roma. Con una giornata di discussione alla Domus Ars di Santa Chiara. Qui il governatore sarà introdotto dallo scrittore Maurizio De Giovanni, dal politologo Mauro Calise e dalla giovane architetto Alessia Guarnaccia che ha creato un innovativo pannello per l'edilizia con materiale riciclato. Nel pomeriggio, invece, Zingaretti si confronterà con alcuni esponenti della società civile sul futuro del Paese e del Pd. Parter re, panel di discussioni ancora da decidere e limare. Ci stanno pensando Teresa Armato, Nicola Oddati e Marco Sarracino, capofila degli esponenti dem che hanno già aderito alla piattaforma Zingaretti in vista del voto. Anche se del congresso rimangono da decidere un paio di cose che non sono poi insignificanti. Ovvero data e, soprattutto, chi sarà il renziano che sfiderà il governatore del Lazio. Ma su quest'ultimo punto tutti sono convinti come Matteo Renzi lancerà il suo candidato alla prossima Leopolda. La prima con Renzi non più in ascesa.

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