domenica 11 novembre 2018

La trincea dei sindaci Uniti contro la camorra

Il patto tra le istituzioni A 10 anni dall'insediamento del Comando Gruppo lo Stato rilancia la sfida alla criminalità organizzata da Torre Annunziata 

Fonte: Giovanna Salvati da Metropolis

Torre Annunziata - Trentatrè sindaci su trentacinque rappresentanti del territorio. Indossano le fasce tricolori e siedono in un unico blocco nella sala consiliare del Comune di Torre Annunziata. Sono i sindaci che ogni giorno lavorano in un territorio difficile, assediato dalla criminalità organizzata. Ieri mattina hanno presenziato alla cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria riconosciuta, dalla città di Torre Annunziata all’Arma dei Carabinieri, a dieci anni esatti dalla istituzione del comando gruppo. Una giornata dal valore altamente simbolica, non solo per Torre Annunziata ma anche per gli altri comuni che ricadono nel territorio di competenza del Gruppo, un ampio pezzo della provincia di Napoli che fa i conti ogni giorno con la stretta dei clan e della criminalità comune, sempre più giovane e spietata. Un segnale di unità tra le istituzioni, al di là dei colori politici, che può rappresentare una svolta nella battaglia quotidiana per il ripristino della legalità.
Il ricordo 
Una data storica, il 10 novembre del 2008. Un anno particolare segnato anche dalla morte del tenente Marco Pittoni, ucciso il 6 giugno dello stesso anno durante un conflitto a fuoco nell'ufficio postale di Pagani. Marco non esitò a provare a dissuadere i rapinatori senza estrarre la pistola. Ma servi a poco. Un ragazzino di 17 anni di Torre Annunziata sparò due colpi e marco morì. Quel ragazzino oggi è in carcere e sta scontando una condanna definitiva. Marco non c'è più ma Torre Annunziata non dimentica. Come non dimenticano i sindaci il lavoro meticoloso, costante e silenzioso che le divise in 35 caserme del territorio mettono in campo ogni giorno.
 
Ecco perché i sindaci erano lì. Per testimoniare il cambiamento. Un patto anti crimine, un fronte comune contro la, criminalità organizzata. Perché per vincere contro la camorra c'è bisogno di questo. Di sinergia. «Di prendersi per mano» ha esordito il parroco don Ciro Cozzolino. Fidarsi dello Stato, affidarsi allo Stato. E le testimonianze che ieri mattina, si sono susseguite nella sala consiliare di via Provinciale Schiti hanno sottolineato questo. Il cambiamento di un territorio che per anni è stato ostaggio della camorra. Il cancro della malavita aveva divorato ogni pezzo di questa città e di tutto l'hinterland, anni di piombo nei quali i nomi dei clan rimbalzavano da una parte all'altra della cronaca nera fino alle maxi retate e i blitz che hanno decapitato cosche intere. Ma anche estirpato il marcio dalle pubbliche amministrazioni. Un lavoro fatto di attività investigativa, del lavoro costante svolto dalle forze di polizia, dall'affiatamento con la magistratura e da quella piccola parte di cittadini che ha deciso di denunciare. Di alzarsi in piedi, di camminare con la schiena dritta e non piegarsi. Ebbene anche tutti i sindaci che ieri mattina erano presenti hanno deciso da che parte stare. Di stringersi intorno ai carabinieri, dal più alto in grado al carabiniere semplice. Insieme per testimoniare ancora una volta la volontà della città di rinascere. Di riscattarsi. Di ritornare a sperare che il cambiamento non è solo uno spot elettorale ma che è possibile. La politica può camminare al fianco delle forze dell'ordine imparando a costruire un modello di società civile che come è stato ribadito ieri mattina non necessita solo delle divise: ma anche e soprattutto di tutti gli attori che formano una comunità. Dai cittadini ai magistrati, avvocati, giornalisti, politici, sacerdoti, commercianti.
Le istituzioni 
La presenza è importante e ieri mattina tutti i comuni nei quali opera il Comando gruppo carabinieri hanno deciso di esserci, un importante segnale che è servito così a dimostrare all'Arma che il lavoro che ogni volto viene messo in campo non vano. Anche i progetti che vengono svolti all'interno delle scuole diventano un'occasione nella quale seminare un seme di legalità, di speranza nelle nuove generazioni. A ribadire il concetto di sinergia anche il prefetto di Napoli, Carmela Pagano che ha ricordato l'importante dei tavoli per pubblica sicurezza, incontri aperti per confrontarsi e dimostrare la vicinanza dello Stato ai comuni, ai sindaci e a tutti gli amministratori.

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