sabato 17 novembre 2018

Michelin nega ancora una volta le «tre stelle» alla Campania

Fonte: Gimmo Cuomo da Il Corriere del Mezzogiorno

Ancora una volta la notizia riguarda un vuoto ingombrante più di un macigno. Se il Cristo di Carlo Levi si è fermato ad Eboli, gli ispettori della Rossa della Michelin sono infatti rimasti fermi addirittura a Castel di Sangro, dove c'è il Casadonna di Niko Romito, per loro, ultimo avamposto dell'eccellenza culinaria in Italia. Più a Sud continuano a non vedere guizzi, a non ravvisare progressi di sorta. Le tré stelle al di sotto della linea gotica sono rimaste anche quest'anno un miraggio. Nell'ultima edizione della guida ritenuta unanimemente la più autorevole del settore, presentata ieri a Parma, si è celebrata l'ammissione nel gotha della ristorazione nazionale del marchigiano Mauro Uliassi, papabile ormai da anni. Poi, la calma piatta: nessuna promozione da una a due stelle, e, in questo caso non c'è stata disparità alcuna tra Centro-Nord e Sud. Solo una manciata di prime stelle in più, distribuite a pioggia, tanto per non ripresentare ai lettori, pari pari, la stessa guida dell'anno scorso. Ed ecco i due nuovi ingressi campani nell'empireo Michelin, m realtà, un debutto e un rientro. U primo: ha conquistato la stella il Caracol, ristorante gourmet dell'hotel Cala Moresca di Bacoli.
 
Location mozzafiato, una vera e propria terrazza su Procida, e la cucina innovativa, senza sbavature, di Angelo Carannante, giovane di grande talento che ha avuto tra i suoi maestri anche quel Paolo Barrale che, dopo sedici anni di onorato servizio, ha da qualche giorno annunciato il suo distacco da Marennà di Sorbo Serpico. Il ritorno: ha riconquistato la stella la Locanda Severino di Caggiano, in provincia di Salemo, che l'aveva persa dopo la separazione consensuale con lo chef Vitantonio Lombardi. A raccogliere l'impegnativa eredità di quest'ultimo, è stato il collega Giuseppe Misuriello. Veni, vidi, vici. E la stella è tornata nel locale costruito con passione dai coniugi Milena e Franco Pucciarelli. Per Arbustico di Cristian Torsiello solo la presa d'atto dello spostamento della location da Valva a Paestum-Capaccio. Si diceva delle mancate promozioni di altri locali già segnalati in guida con uno o due simboletti. Gli ispettori guidati da Sergio Lovrinovich non hanno ritenuto degni del salto di qualità definitivo nessuno dei sei locali con due stelle. E vale a dire: la Torre del Saracino di Vico Equense, la casa di Gennaro Esposito, i Quattro Passi di Nerano, dove Tonino Mellino è stato affiancato dal figlio Fabrizio, l'Olivo del Capri Palace di Anacapri affidato ad Andrea Migliaccio, la Taverna Estia di Brusciano con Francesco Sposito, il Dam Maison di Ischia, il gioiellino na 16 posti di Nino Di Costanzo, lo storico Don Alfonso 1890 di Sant'Agata sui Due Golfi, chef Ernesto Iaccarino, già insignito in tempo ormai nemmeno recentissimi delle tre stelle. Lungi dal cronista la tentazione di sostituirsi agli ispettori della Guida Rossa. Risultano comunque davvero incomprensibili alcune scelte: lasciare per esempio fermo a una stella (diciamolo, ormai il minimo sindacale che accomuna indebitamente locali dalla offerte qualitativamente molto differenti) il Kresios di Telese, dove Giuseppe Iannotti sta sviluppando la cucina più innovativa e divertente della regione. E, venendo alla città di Napoli, il mancato debutto tra gli stellati dell'Altro Coco Loco di Diego Nuzzo.

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