sabato 23 marzo 2019

Il vizio di comprare il giornale

di Filomena Baratto

Vico Equense - Ogni mattina una collega mi aspetta con i giornali in mano davanti all’edicola e io passo a prenderla per andare a scuola. Così la trovo immersa nella lettura e non si accorge che sono lì. Quando sale in macchina, mi racconta che le piace quell’aria da intellettuale che si dà mentre sfoglia le pagine sotto il naso di tutti. Le ricordo che è per la bella presenza: alta, bionda, occhi azzurri. E lei ridendo risponde che la guardano per leggere i titoli del giornale. Leggere è una buona e sana abitudine, ancor di più i quotidiani. Da una piccola indagine fatta a scuola, è emerso che le notizie in una famiglia arrivano col telegiornale, di solito a pranzo, e in casa circolano pochi quotidiani. Di sicuro non manca La gazzetta dello sport per i papà, in quanto alle mamme ascoltano i notiziari mentre organizzano il pranzo. Alla domanda per quale motivo si comprano pochi giornali, hanno risposto che basta la tv e non c’è tempo di leggere. Ho fatto notare che per maturare un’idea su un fatto bisogna leggere più di un quotidiano. Hanno ritenuto questa affermazione uno sproposito: non serve comprare tanti giornali. Ma io ho insistito dicendo che è molto meglio spendere per la carta stampata che liquori, caffè, sigarette e droghe. La lettura è la droga migliore e, quella dei quotidiani, necessaria. Un cittadino ha l’obbligo di informarsi, ma la maggior parte della gente conosce i fatti approssimativamente e più per sentito dire. Con un giornale a famiglia già si può discutere.
 
L’esperimento ha avuto un buon esito, ma come ho allentato la presa, la lettura è scemata. Sono passata al piano B! Ogni mattina dico loro una notizia che mi colpisce e a casa ne discutono con i genitori. Ogni settimana li provoco su qualche fatto rilevante per indurli a darmi la loro impressione a riguardo. Poi ho cominciato a portare a scuola ritagli di giornali con notizie già discusse per poterle consultare all’occorrenza, sottolineando l’importanza del cartaceo. Altro esercizio è stato quello di leggere un giornale vecchio a colazione e, davanti a un buon latte, caffè e cornetto, sbirciano i titoli per scoprire quello che li colpisce a prima vista. D’altra parte come ingeriamo alimenti per nutrirci, così dobbiamo informarci per sapere. E bastano pochi spiccioli risparmiati qua e là. “Vedrete, che una volta presa l’abitudine di leggere, non potrete più farne a meno, l’informazione diventa esigenza quotidiana. Un vizio che ci salva dall’ignoranza e dall’indifferenza”. C’è sempre qualcosa di interessante anche in un giornale vecchio. E mi dispiace quando diventano involucri per avvolgerci oggetti o coperture di cassette. I miei mi fanno compagnia molto tempo prima che decida di buttarli, in due grandi pile ai lati del camino come grattacieli a New York.

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